giovedì 27 agosto 2009

Dicono che il diciannove settembre torno

Che domani si parta, non mi pare neanche strano.
Il biglietto l’ho comprato il 6 gennaio, 234 giorni fa. Nel frattempo ho vissuto sempre come se partissi il giorno dopo, metabolizzando l’idea stessa di andare.
La borsa l’ho preparata in un attimo: mentalmente lo avevo già fatto centinaia di volte.
Così come avevo già visto, dentro di me o in libri scritti da altri, Mosca, Kazan, Caterinburgo, Perm, Omsk, Irkutsk, Ulan Ude, Ulan Bator, Pechino.

Ma dopo?

È come se andassi a morire. Non che abbia intenzione di farlo. Ma con tutto il tempo che ho passato a pensare alle mie tre settimane in treno, mai ho pensato alla vita che verrà dopo.

Tutto è rimasto sospeso.

Non ho pensato al primo jet lag della mia vita da recuperare, al fatto che Tomas rimane anche la domenica e già il giorno dopo arriva mia prozia dalla Svizzera e chissà povera K, lei che sarebbe anche contenta di avermi per sé, che si lavora che senza ferie chissà quando rivedrò l’Italia.

Forse da qualche parte nella steppa una fisionomia mi farà pensare a quel coglione di Erik, ma intanto il mondo finisce.

Finisce che il contratto alla fine l’ho beccato, che ho cominciato a chiamare questo posto “casa”, mentre i miei, la loro, hanno quasi finito di rinnovarla. Intanto mio padre aspetta la raccolta felice, perché è arrivato il trattore nuovo. Finisce il giorno prima del derby e chissà se Ronaldinho dura. Finisce che il suo presidente, di Ronaldinho, è ancora anche il mio, almeno per diritto di nascita, che ad Amsterdàm i mezzi pubblici chissà se esplodono davvero, il giorno dopo l’introduzione del nuovo sistema di pagamento, quello che, dicono, uno sgarra quando vuole. Finisce che la bicicletta è riparata provvisoriamente e a Bas non glielo ho ancora detto che non ho deciso se comprare la Gazelle nuova, perché da qui a un mese ci sono più di diecimila chilometri e chissà quanto ci vuole

Finisce soprattutto che alla fine ho beccato gli svassi. E invece di mettervi i video mongoli dei CSI, che saprebbe di scontato, ve ne metto la prova, a voi, che degli svassi non ve ne frega una mazza. Buon viaggio a tutti voi. Fra tre settimane ho un volo da Pechino.



E alzate la mano solo se vi interessano gli svassi.

1 commento:

Felix Lalù ha detto...

gute reise cumpà!