domenica 12 luglio 2009

La terra dei canali

Constatazione ovvia: un paio di anni fa, quando uno ti scriveva un’email, si aspettava una risposta entro un paio di settimane. Ora, se non rispondi entro due giorni, lo stesso uno ti ha già depennato dalla lista degli amici, quella che gli ha prescritto lo psicologo (quello di Man’s Health) per aumentare l’autostima.

Altra constatazione: mentre cercavo un appartamento in affitto, per la prima volta, ho rifiutato a prescindere quelli dove non era possibile installare internet.

Ultima constatazione, ché dopo un po' sto gioco rompe. Per un mese l’umore dei due occupanti di questo appartamento, fra il canale, la palestra e il minizoo, è dipeso dalla ricettività della rete senza fili.

Poi i due hanno ceduto. Ci siamo comprati il decoder per la tv via satellite, solo perché con una banconota rosa al mese ci davano anche la rete.

E qui ci sono stati smottamenti. Perché nessuno di noi due è capace di stare seduto mezz’ora fermo davanti ad uno schermo, però un giro di zapping ce lo si fa sempre volentieri e con novanta e passa canali, il giro di zapping può investire lassi di tempo inscrivibili nel regime del parecchio.



Io sono uno che GF sono le iniziali della Finanza. Il Grande Fratello ho provato a guardarlo, ma più di mezzo minuto non sono mai resistito. Avrei voluto vederne un pezzo, per sapere di cosa parla la gente, ma se proprio devo vedere una trasmissione per gioire della stupidità dei partecipanti, preferisco di gran lunga il TG2.

Però quando uno ha novanta canali, si immagina che scorrendoli tutti troverà qualcosa di decente.

Spesso non è così.

Per cominciare, dieci sono di cartoni animati americani per bambini iperattivi, di quelli con i personaggi che corrono, esplodono, si trasformano tra botti, frizzi, lazzi e colori fosforescenti.
Poi ci sono i canali musicali. Ovviamente sette su dieci fanno le stesse cose, un altro è MTV, che ormai viene tenuto fra i canali musicali per abitudine, poi c’è quello delle canzoni olandesi e il Brand New, che fa musica che piace a noi giovani alternativi, se solo avessimo ancora diciotto anni (per dire, quello italiano è molto meno peggio).
Poi c’è la catena dei Discovery e dei vari geografici nazionali. Sono almeno venti. Programmazione da aspiranti somministratori di bullismo. Animali: squali, leoni, rettili che mordono, tigri, ragni, scorpioni. Fine, se non uccide non ci piace. Scienza: combustione spontanea, esplosivi, smantellamento edifici.

Il tutto indica che anche sul satellite l’audience conta.

Poi ci sarebbe Arte, che è un canale tedesco/francese dove fanno un sacco di roba culturale. Spesso roba talmente culturale da allontanare qualsiasi possibile spettatore, ma più spesso veramente interessante, ammesso che uno ci si abitui. Ci sono documentari a tema geografico, film europei, approfondimenti e un ottimo telegiornale. Tipico canale che tutti dicono di guardare e nessuno poi lo fa. Però forse qualcuno lo guardicchia anche, anni fa avevo letto che Sky Italia lo aveva aggiunto perché richiesto a furor di popolo. Ho iniziato a darci un’occhiata quando stavo a casa di Baldo, dove era l'unico canale in lingua non olandese. Dopo poco mi ci sono affezionato.

Ma soprattutto, al primo giro di zapping, mi accorgo che l’ultimo canale, immediatamente prima di Playb*y TV, è Rai Uno. Per un attimo mi lascio prendere da un’ingiustificata commozione. Poi parte il primo giro di pubblicità in italiano e capisco. Da allora torno occasionalmente e con circospezione. Vedo cose che non mi piacciono. Cose che credevo di avere rimosso. L'altro giorno, nel mio soggiorno, avvolto dalla fòrmica dell’armadione, è apparso il salotto di Vespa. In un’altra occasione ho sfiorato il sorriso di Carlo Conti, che sembra il musetto della McLaren e per un attimo ho sentito il TG1 dire “E infuria la polemica sull’ennesimo caso di stupro…”

Da allora ci sto attento. Una forza mi attrae verso il primo, che qui è l’ultimo, ma quando poi ho ceduto a sta forza masochista, ci resisto al massimo un paio di secondi. Però le cose vanno meglio. Stasera c’era Quark e ho battuto ogni record, con una ventina di gradevoli minuti di TV.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

bene. Tutto, ma proprio tutto. Io questo l´ho vissuto due anni fa. Colta da una nostalgia particolarmente canaglia eppuranco neomamma abbandonata nei meandri della ddr, accettai un regalo: RAI 1, 2, 3 e news qualcosa. Il neopapá deve avermi vista particolarmente messa male. Per qualche mese ho fatto indigestione, poi i primi sintomi da rigetto. A parte la delusione seguita alla nomina dell´allora neo direttore del tg1, lo sconcerto mi veniva provocato soprattutto dal Secondo, con interi mezzogiorni domenicali dedicati alla festa nazionale dell´areonautica con tanto di frecce tricolori (che tutti sappiamo perché la gente le guarda...). O un servizio di venti minuti su Miss Padania con intervista alle candidate. La nostalgia non c´é piú, ed ho deciso che fin che posso mia figlia si gode i pipistrelli e il Lagorai solo in vacanza, che non la voglio far crescere in un paese cosí. Qui saranno anche tutti tristi e alcolizzati, ma i suoi amici dell´asilo non guardano la tv. Mai. Ed é giá un gran bel punto a favore.
PS: io ogni tanto guardo la tv nazionale tedesca, che il fisicoteorico chiama "gerontimo-tv", e non é male...
eppure 3SAT e....ammetto...ARTE...a piccole dosi...
ciao!!!!
adelaide

bastian contreras ha detto...

il neopapà deve aver capito l'equazione che vuole la tivvù come migliore amica delle neomamme. ho sentito altri casi.

ho notato anch'io che nel paese dove sei tu, almeno fino alla mia generazione, la tivvù non sembra avere la rilevanza che ha fra i miei pari età italici. ho notato che ci sono italiani (soprattutto al sud, mi pare) che parlano principalmente di tivvù, c'è un mio amico che su facebook continua a mettere collegamenti a pubblicità degli anni 80.

non voglio dire niente di già detto o universalmente noto, quindi mi fermo qui, comunque potrei continuare a parlare, tirando in campo i cartoni giapponesi e totò, ma preferisco non farlo, ché del concetto di arte elevata sto cercando di sbarazzarmene.

ma chi era allora il direttore della rai? e perché geronimo tv?

Anonimo ha detto...

il direttore era Gianni Riotta. Credo da marzo direttore del Sole 24 ore. O del Corriere. Che da qui faccio fatica a seguire questo continuo valzer di direttori, che alla fine sono sempre DeBortoli e pochi altri...
Da uno che aveva iniziato come corrispondente per il manifesto mi aspettavo finalmente qualcosa di diverso. Ma il Tg1 a quanto pare é sempre il TG1, e le mezze ore di Papa e le interviste alla gente che ha appena visto la casa crollare non ce le toglie nessuno...
"Gerontimo TV" (non Geronimo) perché sostiene che sono solo programmi per anziani pensionati...
ciao!!
Ma quando parti per il viaggione??
adelaide

Anonimo ha detto...

ahhh.dimenticavo...lo so che il discorso sarebbe lungo, ma mica demonizzo il mezzo...ieri, complice freddo improvviso e pioggia novembrina, bimba al kindergarten e strani panni da stirare, ho guardato rai tre di mattina (che non stiro mai, adattata alla mentalitá di qui, ma quando devo mi ci vuole la tv!): meraviglioso ciclo "de santis", da Roma ore 11 a Riso Amaro, che a studiarli sui libri non rende nemmeno un decimo...
adelaide