martedì 26 maggio 2009

Torno a casa e, che ti vedo!

Chi abita all'estero, un po' alla volta comincia ad idealizzare la patria lontana, un po' come gli alpini al fronte o i pizzamandolini delle gelaterie della Ruhr.
Per me è iniziato tutto riscoprendo il mio dialetto locale, che fra l'altro non ho mai parlato. Quando ero piccolo i miei compagni mi prendevano in giro perché ero uno dei pochi a parlare italiano. E anche durante liti e litigi, parlare la lingua di Totti e della Crusca è sempre stata una grande penalità: il dialetto è molto più corposo e ti rotola di bocca come il macigno rotondo che esce dalla grotta per investire Indiana Jones. Qualsiasi mala parola italiana al confronto fa tenerezza.

Il secondo stadio è la nostalgia che mi assale quando torno a casa. Ci vengo ormai tre volte all'anno, arrivo sempre di notte. La mattina del giorno dopo mi alzo, entro in bagno al buio, apro gli occhi, guardo dalla finestra e dico "oh!" verso le montagne che mi investono frontalmente. Poi torno in camera, guardo le case sul colle dove qualche secolo fa c'era il castello e dico "ah!", roba che se si sentisse l'eco sarebbe tutto "oh-oh" e "ah-ah" dall'altra sponda, e per qualche secondo contemplo la prospettiva di tornare a casa in pianta stabile e lavorare la campagna. Che fra l'altro rende il triplo di quello che faccio ora.
Magari fra un paio di decenn, magari.

E ogni volta mi prendo una mattina per fare un giro a Trento. A Trento ci vado molto più spesso ora che sono via che prima, quando ci sarei potuto andare ogni giorno. E nella mia estasi di transfugo decido che il centro storico è il più bello d'Italia, con quell'architettura a metà fra Vienna e Venezia, il pastello giallo asburgico, rosa salmone, rosso sanguinella, cremisi delle case, gli affreschi sui muri esterni e la pianta disordinata, che ti fa sempre trovare un vicolo dove non sei mai stato prima.

Trento fa tenerezza, perché sta uscendo dall'adolescenza e cresce a vista d'occhio. L'università si è gonfiata, la squadra di pallavolo ha vinto un paio di cosine, abbiamo una Miss Italia, i finalisti dei reality show e finalmente anche i nostri politici sono indagati per corruzione. Ogni tanto capita anche che ci siano concerti o eventi vari. Il tutto con ordine e chiusura a mezzanotte, ché domani la gente deve lavorare.

Così una mattina nella mia settimana di licenza passeggiavo bel bello per i vicoli del mio capoluogo di fiducia, con tappe obbligatorie al negozio di libri di viaggio e alla rivisteria, e non potevo non notare quanto era bello ciò in cui mi trovavo a vagare, con l'architettura a metà tra Vienna e Venezia, il pastello e tutte ste cose già dette, più il duomo ripristinato nel suo bianco originario, piazzetta delle Erbe, piazza Adamo d'Arogno. Tutto ciò era cosa buona e giusta, ma.

Ma, perché come in tutte le cose idilliache c'è un ma, perché se le cose sono troppo idilliache, poi finisce che si slava anche la poesia.

Il ma sono le scritte sui muri, la loro forma e il loro contenuto. Nel senso che sarà che mi sto imborghesendo, sarà che imborghesirsi vuol dire tutto, ma soprattutto niente, sarà che i giovani ribelli sono parte integrante di una città che diventa grandicella, ma proprio non riesco a vedere le scritte con lo spray come segno di apertura mentale. Non graffiti o tag o quella roba che almeno posso dire di non capire. No, scritte tipo quelle degli ultrà, scritte "politiche", nel senso che manifestano la politica come la vede un adolescente.

Due esempi:
"Fascisti via da Trento". Effetto nimby? Va a finire che poi si radunano tutti a Verona e qui da noi ci vengono solo in trasferta, ma in massa.
"Fasci appesi". Ma la critica principale al fascismo, non era che era un regime violento?

E non solo fascisti, ma anche diversi no: No TAV, No CPT, No Dal Molin, No xyz. Nessun Sì da segnalare.

Ma non è neanche questo il punto. È che tu giovane, ti conosco, parti da ideali giusti. Quando dici di appendere i fasci, non lo dici con cattiveria, usi solo le parole sbagliate, esageri, perché sei giovane e hai bisogno di sentimenti potenti. Quello che ti interessa non è appendere, ma un mondo più bello, più buono, più colorato, nevvero?
E quando la gente disapprova quello che scrivi, tu, che sei sensibile, credi che ne disapprovi il contenuto. Ad esempio, sono sicuro che se per caso sei capitato su sta pagina qua, mi hai già dato del fascio. No, amico, la gente può anche essere d'accordo con te, ma ti svelerò una cosa interessante: non è detto che ogni messaggio giusto meriti di essere scritto con lo spray sui muri del centro.

E poi, giovane, cosa credi, che il signor Ciurletti della casa di fronte legga le tue scritte e pensi "bravo, giusto, quasi quasi vado a prendere a calci quel fascista là all'angolo"? No, probabilmente vorrà prendere a calci te. E lo ripeto, non necessariamente perché è fascista, ché come tutti i trentini che si rispettino scommetto che vota il Dellai.
E come dargli torto? Sul prendere a calci, non sul Dellai. Se tu scrivessi sul suo muro di casa una cosa apartitica, tipo "abbasso il cancro" o "no inquinamento", ci faccio su quello che vuoi che il Ciurlo si incazzerebbe uguale, lui che è una pasta d'uomo e dicono che l'estate ospiti anche il suo bravo bambino di Chernobyl.

Giovane, come ti ho detto, tu in fondo c'hai degli ideali ggiusti. A me fa rabbia, perché i tuoi ideali giusti potresti manifestarli in un modo un po' più efficiente, no? Ma qui forse sono io che non ho capito niente. Forse le tue scritte sono come le pisciate che il mio gatto fa sul muro per difendere il suo territorio dal nero dei vicini. Il nero passa dieci minuti dopo e piscia anche lui. Così alla fine non si capisce a chi appartenga il muro, né l'importanza di aggiudicarselo, il muro, ma in compenso l'odore non va più via e tutti quelli che passeranno, fascisti, comunisti e sfumature varie, penseranno solo a levare di mezzo i gatti.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Bisogneria i ghesa en po' pù de fantasia, pori putei. Ogni tant par che la se sia sugaa for.
Sarà stà la televisiom? El intronet?

vecio selvadek

rafeli ha detto...

Totti parlerebbe italiano, dunque.

Anonimo ha detto...

è proprio vero, allora, che la percezione di un luogo é quantomai soggettiva. Io, l´ultima volta che sono tornata a trento (due all´anno, piú o meno una), ho scambiato autentici autoctoni per turisti milanesi scesi in cittá da Campiglio a fine anni Ottanta: tutti firmati, cappello di loden, cellulari, bimbi pulitini perfettini capricciosi e firmati pure loro, gippone (si dice SUV?)per portarli a scuola e carrelli del poli pieni di ravioli rana e quattrosaltinpadella e alla cassa che si lamentano della crisi. Che tristezza. Io resto qui, dove i pargoli sono ancora come piccole scimmiette che giocano sporchi nella palta e per meranda pane e mela.
Peró...anche tu, mi sa...nostalgianostalgiacanaglia..
adelaide

Anonimo ha detto...

non ha nulla a che fare con questo post. Ma ho letto della Mongolia, e stavo cercando delle foto di un caro amico, che ha fatto per Repubblica durante un viaggio in Mongolia, anni fa. Ma devono essere a Trento, mannaggia. Peró, cercando il suddetto amico in internet, ho trovato questo...magari ti puó interessare... Che delusione, peró: il primo premio della categoria narrativa é uno di quei viaggi all inclusive a "mars Alarm" della settemari...che tristezza! Spero che tu vinca il secondo!
http://www.premiochatwin.it/chatwin/
Adelaide

Anonimo ha detto...

Mi spiace, ho cercato fino ad ora ma niente foto mongole. Sospettavo che il mio amico ed internet non fossero compatibili. Niente foto, ma il racconto del suo viaggio fatto da qualcunaltro/a.
http://www.sitocomunista.it/internazionale/asia/viaggioinrussia.html
Peccato, che sono sicura che gli sguardi di Mario ti piacerebbero moltissimo. Non fosse altro per il fatto che uno dei suoi piú grandi amici si chiamava Bianciardi e faceva il traduttore...lo conosci?
adelaide

Anonimo ha detto...

scusa, il link é questo:
http://www.sitocomunista.it/internazionale/asia/viaggioinrussia.html

bastian contreras ha detto...

È con la consueta lacrimuccia di sincera commozione che ringrazio voi tutti per i gentili commenti, mai avuti così tanti... Ringrazio anche Felix per aver rotto il silenzio che gli avevo imposto.

Purtroppo manca ancora qualcuno che scriva per insultarmi, ma sono sicuro che un po'alla volta ci arriveremo.

Ora vedo di togliere quella fastidiosa opzione che mi costringe ad approvare i commenti a cosi più vecchi di tot.

Adelaide, tanta carne al fuoco, come piace a me, ora vedo di rigirare almeno un paio di braciole, per cuocerle anche dalla mia parte. Dunque:
Su Trento, la mia teoria sostiene che la zità l'e comoda. E in tutti gli altri paesi del Trentino ci sono mille e mille possibilità di giocare nella palta, ne consegue che in zità ci vadano a finire per forza di cose i lòferi, che la palta preferiscono sollevarla a quattro ruote motrici col Freelander d'ordinanza. Il tutto ovviamente generalizzando, ché il mondo è già difficile di suo.
Grazie anche per i linchi, ho aggiunto segnalibri a tutto spiano e appena ho due secondi do un'occhiata al racconto del viaggio, anche perché è esattamente il genere di cose che mi piace leggere e sto raccogliendo storie del viaggio che sto per fare (scusa, lo devo scrivere, ché se no non ci credo).
La questione delle foto è una braciola che può essere marinata ancora un po', raccontami di più, che la cosa mi sembra molto interessante. Tra l'altro gli archivi di Repubblica sono consultabili gratuitamente in rete.
Bianciardi: baro e cerco in rete. Mica male come curriculum.. Tra l'altro lo devo aver letto, perché Steinbeck è uno dei miei scrittori preferiti (per Miller invece ho una specie di timore reverenziale).

Anonimo ha detto...

Allora, ricapitolo, che dopo chiudo questa parentesi, se no continuo a cercare in rete delle foto che non troveró mai (forse, adesso che ci penso, erano per "diario", non per "repubblica viaggi"). Il link che ti ho spedito ieri, non so perché, non si trascrive tutto..non é "viaggi", alla fine, bensí, "viaggioinrussia.html".
Cercando Mario Dondero in rete mi sono resa conto di quanto sia ancora attivo! Se ti piace il racconto, ho scoperto che hanno fatto pure un libro "intero": "I rifugi di lenin-istantanee di viaggio dalla russia putiniana"

http://store.ilmanifesto.it/index.php?main_page=product_info&products_id=218

speriamo che i link vengano interi, sta volta...
Cavolo, non mi sono mai sentita comunista in tutta la mia vita, e guarda qui che da ieri trovo solo pagine rosse...mi sa che sarai giá segnalato dalla censura, dopo queste "dritte", altro che sperare in semplici insulti da parte dei tuoi lettori!
ps: se non hai mai letto Bianciardi, fallo: "L´integrazione" e "La vita agra" sono pagine di storia e poesia.
Buona lettura!
Adelaide

bastian contreras ha detto...

...giusto per non fare la figura di quello che dice di aver letto il link e poi invece no ti dirò che
il link funzionava perfettamente, solo che la colonna è troppo stretta e non lo riportava tutto (però copiando l'intera riga e incollando veniva intero).

mi sa che la censura su internet ancora non c'è, ma solo perché gli uomini del presidente sono troppo ignoranti o troppo vecchi per usare la rete (i tentativi di censurare le reti sociali mi hanno fatto sbellicare, questi non si sono ancora accorti che l'unica cosa che potrebbe causare la caduta del governo è la chiusura di Facebook)

Ora un po' alla volta darò un'occhiata a tutto... tanta carne al fuoco, si diceva.