sabato 9 maggio 2009

Io che guardo la gente che va ai concerti


Peaches è un incrocio fra Luciana Littizzetto e David Bowie, versione Ziggy Stardust. Parla della Iolanda in tutte le canzoni e si veste come un ragno di Marte. Le assomiglia anche, alla Luciana, e più volte durante il concerto ho pensato che la seconda si possa essere ispirata alla prima.
Conosco solo un disco e un pugno di singoli, ma nelle fasi del concerto si nota l’evoluzione di una carriera che porta le rughe, l’elettropunk violento si calma, diventa prima glam alla chitarra e poi, nei pezzi evidentemente più recenti. una cosa elettronica leggiadra tipo Moloko, che non ci sta manco troppo male, considerando che la voce della nostra Persichella dal vivo è molto più fine di quello che le urla dei dischi lascino presagire.
E si cambia di continuo Persichella, come in una sfigata di moda, con maniche con crini che sono capelli veri, per giunta in pendant con quelli della chitarrista/tastierista, tutona rosa pelle con faro intermittente proprio là, accappatoio a fiori e completo di tulle da tanguera.

E come lei il suo pubblico. Mi rendo conto di aver passato quasi più tempo guardandomi attorno che con lo sguardo verso il palco. È pieno di coppie, ma sono tutte ragazze, si sa che l’electroclash è roba molto frocia, frocia concava, non convessa e le lesbiche hanno una certa originalità nel presentarsi. Tutte diverse, pettinature da camionista e camicie a fiori, Converse leopardate e calze in diversi stati di degrado, colori vivi e capelli a brandelli. Si direbbe che sia una specie di setta, quella alternativamente frocia, con la sua musica settaria, Peaches, Le Tigre, Yeah Yeah Yeahs, tutti plurimagliettati nella circostanza.

Sono le ragazze che avviano il pogo e butto là che è la prima volta che mi trovo in mezzo al pogo in Olanda. I maschi ci sono, si cavano la maglietta quando dal palco gli dice di farlo e cercano di farsi vedere, ma qui il feromone ha la meglio.

Ci sono anche le ragazze di De Wallen. Non mi piace mica dire che una tipa sembra una puttana, a meno che non si tratti dell’od. Carlucci, ma in certi casi i dubbi sono pochi. E poi la cosa dovrebbe essere ovvia, anche le puttane hanno una vita fuori dalla vetrina e Peaches canta la rivincita delle donne che non hanno paura del sesso, quindi dove meglio di qui?

Ora smetto, vah, che mi sembra di essere la Natalia Aspesi.

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