giovedì 7 maggio 2009

Droghe piuttosto sintetiche

L’alcol mi basta una volta ogni tanto, le sigarette mi danno fastidio, le droghe mi annoiano, il gioco lo trovo triste, il cibo non mi fa ingrassare. Ma per giustificare una vita, uno un vizio ce lo deve avere.

Così ho pensato che lavoro al compiutro dalle 9.17 alle 5.29. 40 minuti e sono a casa, accendo il compiutro, piscio, mi cambio, più tardi mangio, verso le 11.30 vado a letto a leggere, a mezzanotte spengo il compiutro e vado a dormire. Nel frattempo scrivo su sto coso, ascolto musica, guardo filmi, ciatto, leggio giornali. Tutto al compiutro. Il mio vizio è il compiutro.

Ci faccio un sacco di cosine utili, al compiutro. Niente tivvù, radio, stereo, cd, dvd, giornali, telefono, blocco note, agenda, album di fotografie. Tutto portatile. Non c’è benedizione più grande quando ti trovi a traslocare spesso.

Ci ho letto perfino due libri, sullo schermo, al lavoro, mentre il lavoro mancava. Q dei Luther Blissett e Stella del mattino di Wu Ming 4. Un giorno ne parliamo, per ora ti dico che li puoi anche scaricare gratis, se vuoi, con l’accento su scaricare, non su gratis.

Questi sono tutti usi forbi di schermo e tasti, non c’è vizio. Il vizio nasce dalle storture. Infatti sarà che dopo tre anni all’estero ho paura di perdere italianità, ma sono ossessionato dalle notizie dal paese di Garibaldi e Pippo Franco. Ho il mio giro, Gazzetta, Repubblica e Corriere (questi ultimi identici in impaginazione e contenuti), e lo ripeto ogni dieci minuti circa. I telegiornali non mi servono, stando all’estero si realizza che qualitativamente valgono come un Corrierino dei Piccoli schierato dalla parte del governo. Se proprio le notizie le vuoi ascoltare, guardati il tiggì di Arte e se non parli tetesco o fronsé, dona i tuoi occhi all’Euronews. Sì, durano solo 15 minuti, è che sai, i parlamentari da intervistare sono pochi.

Nei dieci minuti fra un giro di giornali e l'altro può succedere tutto o niente. Di solito la seconda, ma le scarse possibilità che sia la prima bastano a causare la compulsività.

Il vizio si è aggravato da quando esiste Facebook. Là sai per certo che ogni dieci minuti troverai qualcosa di nuovo e finisci per collegarti ogni cinque. Credo che Facebook sia una grande invenzione, ammesso che uno lo usi in modo forbo, soprattutto per chi ha amici in un paio di luoghi diversi. Fra i miei contatti ho pochissime persone che abitano qui vicino e non mi sono mai sentito così vicino come ora a molta gente delle mie altre sedi. Ci ho anche organizzato incontri con amici perduti, su Facebook. Incontri veri. E poi non credo che i contatti tenuti via cavo siano inferiori a quelli "reali". Anche di questo se ne riparla.

Anche mentre scrivo pensieri su sto coso qui faccio sempre una decina di pause Facebook e quattro o cinque giri Gazza-Repubblica-Corriere. Infatti ora vado a farne uno.

Fatto. Altro indice di vizio è come scarico musica: più di quello che riesco ad ascoltare. Se mi piace una canzone scarico tutto l'album. Quando la barra di eMule diventa verde sono contento, ma non per forza corro ad ascoltare il disco. In pratica più che ascoltare musica, mi piace scaricarla. È una smania possessiva. Si potrebbe chiamarla alienazione, un’azione che diventa fine, sostituendosi al fine originario.

E mi sono messo a pensarci. Ci ho pensato perché sto cercando casa e ho deciso che se in un posto non c’è internet non mi muovo. Vuoi vedere che le cose che mi motivano a vivere, le ragioni della mia sostanziale felicità, sono scaricare e controllare i giornali elettronici? Poi ho fatto un giro Gazza-Repubblica-Corriere, ho visto dappertutto la faccia di papi e dei suoi servi e ho pensato che non può essere.

Forse, eh.

Nessun commento: