sabato 16 maggio 2009

Gente che scrive lettere ai giornali

Ci sarebbe sta rubrica, sul sito del Corriere. I lettori scrivono un breve intervento e Severgnini ne pubblica undici al giorno e se gli capita butta anche giù due righe di risposta.
Severgnini è uno di quelli che in Italia si chiamano giovani giornalisti. Giovane magari per i miei canoni no, ma giovanile di sicuro. Brillante, intelligente, frivolo quanto basta. Unica pecca: un’insana attitudine per l’umorismo da liceo classico.

Comunque su sta rubrica, che si chiama Italians, perché originariamente era destinata agli italiani all’estero, si parla di temi cari a chi è lontano da mammà, ma anche di mille altre cose che piacciono agli italiani, tipo calcio e politica. Ci sarebbe anche sto mio conoscente. L‘intervento che Severgnini gli ha pubblicato la settimana scorsa parlava di politica.

Parlava di politica senza prendere posizione. Partendo dalla Veronica Lario che aveva appena chiesto il divorzio al marito, diceva che il presidente del consiglio presente e regnante ci aveva fatto una figura barbina, ma aveva comunque vinto agli occhi degli elettori. La tesi era che indipendentemente dalla vuotezza delle sue dichiarazioni, il Bassissimo aveva vinto il duello retorico perché aveva avuto l’ultima parola. E alla gente interessa la retorica, non la morale. Tutto questo inteso come descrizione del pensiero degli elettori e senza esprimere il suo parere in merito, il che deve aver spiazzato i lettori.

Il bello di Italians è che non si possono scrivere commenti come sui blogghi e i fori, ma si può inviare una lettera elettronica all’autore dell’intervento. Quindi alla fine, invece di cento commenti anonimi scritti tanto per scrivere qualcosa, ti trovi un paio di lettere private alle quali puoi rispondere comodamente dal divano rosso da casa tua.

Non era la prima volta che veniva pubblicato un intervento di questo mio conoscente. Di solito gli arrivava una mano di missive. Ma era la prima volta che parlava di politica e si sa, la politica tira più di un carro di buoi. Fatto sta che stavolta gliene sono arrivate una ventina, che nella maggior parte dei casi lo tacciavano di berlusconismo, un paio gli davano del comunista, quasi tutte lo coprivano di insulti. Che poi deve fare un certo effetto essere accusati di sostenere l’uomo più meschino d’Italia. Anzi, più che effetto, fa vergognare vedere il proprio nome e cognome associato a quell’uomo là, ve lo dico io.

Per riscattare la sua immagine morale, il mio amico si è imposto di rispondere personalmente a tutti, senza copiare e incollare, spiegando che non era sua intenzione prendere posizione, per quanto strano possa sembrare per un italiano.
Così il mio amico si è fatto un mazzo tanto per rispondere a tutti, argomentazione su argomentazione, spiazzando gli insultatori con educazione e garbo, che, osservando dal nostro comodo scranno nordeuropeo, sembrano essere le medicine più adatte per arginare l’esaurimento nervoso della nostra cara Italia.

Lo spiazzamento era un’intenzione secondaria, il messaggio principale era “come pretendi di convincere qualcuno delle tue idee prendendolo a male parole?”

Comunque a spiazzarli ci deve essere riuscito, quel mio amico, perché molti gli hanno chiesto scusa, cancellando gli insulti e sostituendoli spesso con parole intelligenti, come se le mail le avessero scritte due persone diverse.

In qualità di evangelista della rete, ho imparato una lezione utile da questo mio amico. D’ora in poi se uno si incazza, gli si risponde sempre educatamente. E se le buone maniere lo esasperano ancora di più, tanto vale farlo incazzare con educazione.

Fate questo in memoria di me.

1 commento:

Felix Lalù ha detto...

parole santissime cumpà.