sabato 11 settembre 2010

La Merica

Mi sa che prima o poi devo decidermi a fare un giro in America. Quella del Nord, gli Stati Uniti, o Unti, dal Signore delle religioni di maggior successo e da particelle d’olio bollente che schizzano dalle piastre dei Cibi Veloci d’America. Del Nord.

Non ci vado perché voglio, ma perché devo.

Devo perché mi sono reso conto di essere l’unico a non esserci mai stato. Devo perché Lilù è appena partita, un viaggio di due settimane con un camperone da Las Vegas, attraverso la Death Valley e il Grand Canyon fino in California, interamente sponsorizzato dal padre che ha appena venduto la casa.

Non per invidia, non più di tanto. Un po’ perché il fatto che lei ci sia già stata mi fa pensare che non ci potrò mai tornare con lei e l’impossibilità me lo fa sembrare più appetibile. Ma più che altro per l’America. Perché sentendola nominare i posti mi sono reso conto di conoscere qualsiasi nome, di saper già tutto da centinaia di film, libri, dipinti, fotografie, documentari, canzoni, storie di immigrati. Tutte le aziende per le quali ho lavorato sono americane. Così ogni volta mi metto a parlare dell’America come se fossi un esperto e puntualmente mi rendo conto di essere l’unico a non esserci ancora stato. E allora penso che forse, magari, non è che ne sappia poi tanto come credo di sta cazzo di America.

E forse prima di criticare una nazione sarebbe meglio conoscerla e io, l’America, ho una voglia infuocata di criticarla, ma anche di capirla, se me ne darà la possibilità. Ma soprattutto criticarla: sono europeo, dopotutto.

1 commento:

Aria ha detto...

Io l'ho vista dalla sponda opposta del fiume San Lorenzo, ma ero troppo indaffarata a fingermi una fotografa professionista per pensare di andarci a fare due passi. Però, dopo tanti anni, questo desiderio di cui parli lo sento anch'io. Il mio unico timore sarebbe il cibo... per un "pasto nudo" probabilmente c'è da lasciare uno stipendio. Ma anche questo è un preconcetto che sarebbe da verificare :)