lunedì 11 gennaio 2010

Gioca le tue carte (che io mi gioco le mie)

Ammazza che culo! Oggi sul sito della Gazza puoi sfidare Fisichella a poker.
Chissà, forse potrò vedere la differita su PKR Channel, il canale del satellite olandese (in elenco nella categoria “Sport”), con ventiquattroresuventiquattro di poker.

Più del gioco in sé, è stata la foto der pilota romano in posa da mejo fico der bigoncio con le carte in mano. Ormai è chiaro: poker = figo. Ma perché? Perché per me poker = notte intera a bere e fumare senza la minima possibilità di entrare nelle grazie di qualche pulzella, mentre per tutto il resto del mondo che mi circonda conta solo buttar giù carte?

Ora, non è che io sia tutto sto ladin lover, ma i conti non mi tornano. Non vedo il nesso. Cosa deve fare la suddetta pulzella, stare tutta la notte a guardarti giocare alle carte, mentre – e già non è che tu sia una cima – il tuo stato mentale regredisce gradualmente verso l’euforia, il rincoglionimento e l’implosione nel tuo mondo di assi e vinazza? Chi credi di essere? Hemingway? Bucoschi? Tom Waits? James Bond? Scherzi? Manco Fisichella sei, tu.

Non so, alla fine mi sa che invece sono io che non capisco. E credetemi, a parte il discorso delle pulzelle, non è che delle cosa me ne sbatta più di un certo tot. La mia domanda, il quesito che mi sbrega il carapace è un altro: Perché, signori, perché il poker è da fighi e la briscola da vecchi?

Perché la briscola non è glamour? Perché i Motorhead hanno scritto The Ace of Spades e non El Trei de Coppe? Perché, dico io, camicia bianca e papalina al posto di scarponi da cantiere e canotta a spalline? Las Vegas Casino contro Bar Posta? Texas Hold’em vs. Ciamada a la Trentina?

È giunto il momento, signori e (poche) signore, di reclamare i nostri spazi, uscire dalle valli, correggere di grappa quei long drinchi fighetti e giocare i nostri carichi contro i loro royal flush.

Solo se resteremo uniti avremo la meglio su questi giandoni americani che vivono al buio con gli occhiali da sole. Perché el sozi da la briscola per noi è più di un fratello. È quello che ci sta vicino nei momenti di sofferenza, quello che ti strizza l’occhio per indicarti che c’ha in mano l’asso quando, nella vita, tu puoi andare solo liscio. La briscola è sangue e birra Forst. Altro che seghe, signori e signore.

1 commento:

claudia ha detto...

Ehm...guarda qui:
http://www.repubblica.it/sport/giochi-e-scommesse/2010/02/05/news/briscola-2198009/
ciao!