domenica 8 marzo 2009

Mondi perfetti


In un mondo perfetto, dove la giustizia trionfa sempre, nei cinema italiani ci sarebbe un film che si chiama “A voce alta” oppure “Der Vorleser”, ma non “The Reader”. Se il romanzo, bello, dolce, fa quasi venire voglia di andare con donne mature, ma qualsiasi mio giudizio non può essere che parziale perché me lo ha fatto leggere il Kircher nell’atmosfera rarefatta della mia Erasmus. Se il romanzo, si diceva, lo ha scritto un autore tedesco, perché usare il titolo in inglese?

In un altro mondo perfetto, o anche nello stesso mondo perfetto, il tipo russo che si fa chiamare Scribonius e la sera prima di andare a letto si legge la biografia di Galeazzo Ciano, non avrebbe lasciato il posto di lavoro per inforcare la sua BMW (in Olanda vige la dittatura della bicicletta e i mezzi di trasporto si inforcano), cercare per un’ora un posto dove si potesse vedere la carcassa dell’aereo turco precipitato e fare fotografie. O almeno non ce lo avrebbe raccontato con un sorriso che sa di gulag e non avrebbe concluso manifestando la sua delusione per non aver visto i morti.


Ma in un mondo perfetto tutto va come deve e si sa sempre come finirà. Un mondo perfetto sarebbe alienante e le partite le vincerebbe sempre la squadra che merita. La gente sarebbe normale e sarebbe impossibile prenderla per il culo, mentre i treni arriverebbero in orario e non si potrebbero giustificare i propri ritardi. Quanto a me, verrei multato ogni volta che attraverso la strada col rosso, anche se probabilmente il semaforo di Ouderkerk non mi farebbe aspettare ogni volta tre minuti.

Di questo siamo qui oggi per convincerci, fratelli e sorelle. Un mondo perfetto non è auspicabile.

A me ultimamente piace l'imperfezione come la dipinge Lucian Freud.

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