lunedì 4 agosto 2008

L'invecchiamento di un giovane idealista


Le nuove generazioni, signora mia, non sanno più quali sono i veri valori.

Quanto ci hanno rotto i coglioni, il vecchietto o la vecchietta di turno che sputano sentenze al ritmo al quale ci si aspetterebbe che un loro coetaneo sputasse catarro?
Eppure, a meno di trent’anni sto cominciando ad imitarli. Anzi, mi sembra di non essere neanche il solo.

Il fatto è che, ci direbbe il vecchietto piangimerenda, ai miei tempi l’estate ci mandavano a la-vo-ra-re, altro che mare e discoteca. E ai genitori e ai maestri si portava rispetto. Che poi, signora mia, non è neanche colpa loro, cosa vuole, questa società, priva di valori, dove si insegue solo la fama e il denaro.

Cazzo, mica scemo l’ottuagenario. Come si fa a non dargli ragione? D’altra parte è inutile rognare, bisognerebbe impegnarsi in prima persona. Così, da un po’ di tempo mi sto sforzando ad essere un bravo boy-scout, per dimostrare che l’onestà esiste ancora e per cercare di contagiare la gente con un po' di fiducia negli sconsciuti.

Patetico direte voi. Sarà l’influsso del veltronismo, ma io faccio finta di non sentirvi e vado avanti come un bravo lupetto buonista. Devo ammettere però che il fatto di venerdì scorso oltre che dal mio buonismo, nasce anche da tanto sano odio per quel bigliettaio della stazione di Amsterdam.

Una cosa alla volta. Avevo promesso da un po' che lo scorso fine settimana sarei andato a trovare la mia ragazza per un ritrovo di famiglia (e a questo punto la figura da bravo boy scout è completa), così vado in stazione per fare il biglietto. Per una volta non c’è fila e arrivo subito da un bigliettaio giovane, fino a quel momento intento a sfruttare la mancanza di clienti per portarsi avanti col lavoro che altrimenti avrebbe dovuto fare fuori orario. Gli chiedo il mio bravo biglietto per Varsseveld, partendo da Amsterdam Bijlmer e con ritorno ad Amsterdam Zuid. Specifico che il biglietto è per il week end e l’amico senza sprecare il suo tempo in inutili convenevoli e con poco garbo mi schiaffa in mano un biglietto di andata da Bijlmer a Zuid via Varsseveld. Strano, ma arguto, penso io, credendo che il giovine sappia il fatto suo. Poi al momento della partenza mi assale il dubbio, così mi informo e scopro che il biglietto vale per una sola giornata e non per tutto il week end. In pratica lo posso usare solo per l’andata, o solo per il ritorno, visto che starò via tre giorni.

Mi incazzo nero col deficiente, ormai distante da me anni luce, e stabilisco che non mi avranno. Se proprio devono fregarmi i miei bravi dodiceuro, voglio almeno che quei soldi li risparmi qualcun'altro. Decido che appena arrivato a destinazione regalerò il biglietto a chiunque lo voglia.

Così arrivo a Varsseveld, paese di frontiera, alta percentuale di bovini pro capita e profumo di liquami. Pare impossibile che un uomo di mondo come Guus Hiddink sia stato partorito qui.
La mia ragazza ha trovato la strada bloccata, quindi ho tutto il tempo per eseguire l’operazione sbolognamento biglietto. Mi piazzo davanti alla macchinetta per i biglietti (non credevate mica che a Varsseveld ci fosse una biglietteria, vero?) e attendo le prede del mio altruismo. I primi ad arrivare sono un gruppo di truzzetti attorno ai vent’anni. Con freddezza mi dicono che il biglietto non gli serve, perché vanno a Rotterdam. Non un solo grazie, anzi, per il resto dell'operazione mi rimangono a guardare come se fossi un deficiente.

Ma il biasimo delle nuove generazioni non fa che motivarmi. Scettici! Li convertirò all’altruismo. La seconda vittima è una signora sui quaranta, che, almeno lei, mi ringrazia, dicendomi "very nice of you" e mi spiega che va nell'altra direzione, quindi il biglietto non le serve.

Poi è l’ora dell’incontro che mi farà perdere la voglia di aiutare il prossimo. Arriva una ragazzetta che si colloca oltre la barriera generazionale, avendo la stessa età che avevo io circa quattro o cinque anni fa. Appena le propongo l'affare questa mi lancia un'occhiata di ghiaccio che manco la pubblicità della vodka e mi grida di no, come se la volessi violentare. Il tutto sotto gli occhi dei ragazzetti truzzi che ormai la storia di sto sfigato la useranno per attaccare bottone alle gnocche di Rotterdam.

Per fortuna nel frattempo arriva Katrin che preleva me e il mio sacco pieno di pive.
Certo, tre persone è un campione ben poco rappresentativo per uno studio sociologico di una certa portata, ma la passività dei truzzi e il partire dall’idea che ci sia sotto qualcosa della ragazzetta non possono che turbare uno scout sensibile e buonista come il sottoscritto.

Alla fine però credo che terrò duro. Magari la prossima volta sarò più esplicito e spiegherò alla tipa che non è mia intenzione riempirla di cazzo. D’altra parte il mio italico accento non ispira certo fiducia in questi nordici. Che sia stato quello a fregarmi? Magari se avessi parlato olandese avrebbe reagito in modo diverso? No, non credo, è più facile dare la colpa a questa sporca società.

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