Esiste messaggio promozionale più convincente di questo apparso in un’intervista sull’alimntazione dei drogati? Avevo già sentito parlare del prodigioso vla, ma non avevo mai provato l'impulso di assaggiare questa temibile crema di coloranti. Ma l'edizione dedicata all’alimentazione dei drogati di Amsterdam Weekly mi ha convinto. Chi meglio di un tossico sa come ottenere il massimo nutrimento con la minima spesa?

Il tradizionale amore a prima vista, con tanto di angioletti giallo canarino e cuoricini più densi dello yogurt, mi ha pervaso nel profondo dei neuroricettori.
Cremoso, colorato, dolce, sono al giorno d’oggi i tre requisiti fondamentali del gusto, e il fluido giallo li soddisfa maestosamente tutti.
Poi con il tempo ho provato tutti li altri gusti, cioccolato e caramello, per poi passare alle varianti miste, con vaniglia E cioccolato.
Ma la vera prerogativa del vla bigusto è che è anche bicolore, nel senso che i due gusti sono separati perfettamente all’interno del cartone. E il vla mantiene le promesse, risolve grazie a chissà quale processo chimico la frustrazione provocata da decenni di dentifricio bicolore, che nella pubblicità rimane rigidamente suddiviso, mentre nella realtà i colori si fondono, provocando l’irritazione di chi lo ha comprato esclusivamente per ammirare la magia dei colori separati. Non solo nel vla bicolore gli elementi non si fondono, ma la separazione avviene esattamente dove indicato sulla confezione, per metà gialla e per metà nera e soprattutto si mantiene fino alla fine dell’esperienza gustativa.

Ma forse tornerei subito con piedi e culo per terra. Forse non tutti i prodotti artificiali sono genuini come il vla.
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