giovedì 14 aprile 2011

Origini

ui treni italiani non si legge. Al massimo si compilano parole crociate o si sfogliano i giornaletti gratuiti. E se proprio vuoi mettere i piedi sul sedile di fronte, lo fai con le scarpe addosso, ché sotto i piedi è pieno di funghi.

Se ti togli le scarpe devi essere uno di quegli eccentrici turisti da su per l’Europa. Ti si siedono vicino solo gli immigrati.

Oggidì la gente il biglietto lo fa, ma non lo timbra. Dici gli immigrati, ma gli italiani pure. Se passa la bigliettaia, questa ricorda che il biglietto va obliterato e conclude con “la prossima volta..."

E poi c’è chi dice che la gente è diventata intollerante.

A Treviglio sale uno zingaro che lascia biglietti da visita fotocopiati su carta blu. Disoccupato, due figli piccoli, malattie in famiglia. Tre minuti dopo torna, riprende i biglietti e fa tintinnare euro, incoraggiando ad aggiungerne altri alla pila, come se la gente fosse disposta ad investire per un tintinnio più corposo. Poi scende dal treno e torna dai due figli e dalle malattie in famiglia.

A Verona ne sale un altro che lascia biglietti identici, ma su carta arancione. Che tutte le famiglie zigane abbiano due figli e gli stessi problemi di salute? Qualcuno ci crede e diverse fra le italiche genti contribuiscono con i loro pezzi al tintinnio.

E poi c’è chi dice che la gente è diventata egoista.

A casa dei miei si parla del mio Senegal e di quello locale, che passa ogni mattina a chiedere soldi ad una selezione di indirizzi collaudati.

Io disapprovo con fermezza e zelo, poi la mattina dopo ne incontro un rappresentante per strada. Un venditore ambulante d’aria, con un sorriso docile che ha portato dalla Nigeria. Parla un italiano preciso e corretto. Gli allungherei un paio di piotte bicolori, se solo ne avessi in tasca.

Alla fine sì, sono alto, biondo di barba e azzurro d’occhiali, vengo da un posto dove tutti in Italia credono si parli tedesco, mi tolgo le scarpe prima di mettere i piedi sul sedile di fronte, però alla fine della fiera song’italiano pur io.

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