lunedì 18 aprile 2011

Errori da fare

È che non sapevo come dirlo. Perché quando si chiede come va e se ci sono novità, non ci si aspetta mica una risposta vera. Si prepara già altro da dire per traghettare il discorso fuori dai convenevoli. E anche se le novità ci sono, ormai hai perso il La e devi aspettare la prossima battuta.

Così finisce che lascio perdere e dico “il solito”, come se stessi ordinando da bere giù al bar, anche se ormai mancano poche settimane e sarebbe ora che la gente sapesse.

E poi non va di ostentare. E quando la reazione istintiva sarebbe di uscire per strada e renderne partecipe il vicinato e il mondo, per non ostentare devi prendere bene le misure, bloccare ogni slancio alla sorgente, come quell’olandese che mettendo un dito in un buco in una diga ha evitato che questo paese tornasse sotto l’egida di Nettuno.

C’era poi il fatto che non tutti avrebbero capito. Un po’ come mia madre, alla quale comunque ho riferito tutto per dovere filiale. Dice che alla mia età posso fare quel che voglio, però mi guarda con sospetto. È difficile capire per una che ha dedicato la vita a lavorare e crescere i figli. Perché poi quando nella vita si deve scegliere fra due vie opposte, è fatica convincersi che entrambe possono essere corrette.

O sbagliate.

In effetti me lo sono chiesto se stavo per commettere un errore. Alla fine ho concluso che era meglio vedere il mondo sbagliando che indovinare restando. Anche se fra un anno sarò qui a cirrodermi il fegato per quello che ho buttato via, potrò comunque pubblicare su Facebook una mappa dei paesi visitati molto più colorata.

Così si parte, fra due settimane. Si prende la strada lunga, si passa per casa dei miei, si visitano tutte le famiglie di Lilù in ogni angolo della Francia, poi due matrimoni, uno in Francia e uno a Genova, e poi a metà giugno si arriva a Parigi e si parte per la Malesia.

Amsterdam – Parigi – Valle – Montélimar – Parigi – Blois – Paese ignoto al centro della Francia - Tolosa - Nizza - Genova - Parigi - Kuala Lumpur

Qui comincia il viaggio vero. Abbiamo un permesso di lavoro/turismo per l’Australia. Dalla Malesia vorremmo prenderci tre mesi per scendere con calma verso Darwin, passando per l’Indonesia ed evitando di prendere aerei, tranne quello per il Borneo e quello da Bali a Darwin.

E poi un anno per girarlo un po', sto grande paese rosso e giallo. E poi si vedrà anche di tornare, però dove ditemelo voi.

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