sabato 23 aprile 2011

Fiets te koop

Ho sempre vissuto leggero. Dall’Irlanda me ne sono andato dopo due anni con una valigia formato Ryanair, 15 chili in magliette, libri e CD.

Avere troppe cose mi dava l’ansia. Pesi che mi avrebbero impedito di andarmene il giorno in cui avessi ritenuto opportuno farlo.

Poi sono arrivato in Olanda e dopo pochi mesi avevo già chiuso le valigie in un punto meno accessibile del ripostiglio, senza neanche rendermi conto dell’alta portata simbolica dell’operazione. Un po’ alla volta ho scoperto il piacere di avere le cose giuste quando ti servono. Cose tipo il coltello del pane. Prima vivevo in modo piuttosto dignitoso con un coltello solo in casa, poi un giorno ho scoperto quanto una lama a mezzelune posa rendere più gratificante l’esperienza del tagliare il pane. Da allora non sono stato più in grado di privarmi di questo lusso.

Nel corso della sua vita, Homo Sapiens Sapiens accumula un catalogo di oggetti a cui non può rinunciare, una specie di documento che lo identifica, come gli anelli che conti sui ceppi degli alberi per calcolarne l'età.

A vent’anni non c’è nulla che hai bisogno, come diceva quel cantante. E poi un giorno provi il lettore DVD del coinquilino e tempo due giorni te ne compri uno. Sei segnato. Nel catalogo hai un timbro per il lettore DVD, che rimarrà là per sempre, zuppo di inchiostro grasso come quello dei posti di frontiera dell’Asia centrale.

Più avanti aggiungi timbri per l’ipodio e il telefonino che fa le fotografie. Una funzione che non usi, ma non riuscirai più a comprarne uno senza fotocamera. Non si sa mai che un giorno torni utile.

Poi con l’andare degli anni ti compri gli sci perché a noleggiarli sono soldi che non rivedi più. E quando vedi la panza che avanza ti convinci che la bici da corsa non sia un lusso. Magari ti iscrivi al corso di fotogafia per conoscere tipe (quelle un po’ artistiche d’animo sono le migliori) e ti tocca farti anche la macchina fotografica grossa, di quelle fatte per non sembrare digitali.

E queste sono le spese grandi, ma quelle che ti fregano sono le cose piccole che non ti accorgi neanche di incamerare. Il coltello del pane, l’appendicalzini dell’Ikea a forma di polpo, il mouse per il computer portatile. Non lo sai, ma non puoi più farne a meno.

Questo è il mio stato attuale. E ora sto per partire, quello che ho accumulato comincia a pesarmi. Soprattutto la bicicletta. Un anno e mezzo fa ho deciso per una volta nella vita di investire un paio d’europiotte per le due ore quotidiane di ciclo verso l’ufficio. Così ho comprato Cortina. Telaio in lega, freni a tamburo, fari alogeni con dinamo quasi impercepibile. Soprattutto, mi piaceva che un oggetto così olandese avesse il nome di un paese a 50 chilometri da quello dove ero nato. Il fatto che tale paese fosse un assembramento di chega rivestiva per me un ruolo marginale.

Per una bicicletta granturismo ho speso 100 euro più di quanto avevo speso in Irlanda per una macchina. Ma vuoi mettere l’affidabilità? Cortina mi ha lasciato a piedi solo due o tre volte, una delle quali eroica come un alpino sul Don, avanti 10 chilometri con un cristallo da un centimetro conficcato al centro del battistrada. Scarpe rotte eppur bisogna andar, come dicevano dall’altra parte del Don.

A Cortina ci tenevo così tanto che ogni mese pagavo 15 o 20 euro per parcheggiarla al calduccio. Per dire.

Se avessi voluto risparmiare, in ufficio ci sarei andato con i mezzi pubblici. O con l’elicottero. Ma la mia Cortina azzurra e argentata come un ghiacciaio patagonico mi faceva sentire libero. I primi dieci minuti del ritorno me li facevo con pedalate che erano calci nelle gengive di tutti i commerciali con i quali avevo lottato aspramente in giornata. Relativizzando sull’importanza di orari di consegna che sembravano passibili di pena capitale.

Poi a casa ci arrivavo stanco e soddisfatto, senza patema alcuno per non essermi mai iscritto alla palestra.

E ora, la mia Cortina, nessuno la vuole comprare. Io che vorrei tenerla per sempre, passo giornate a cercare di liberarmene. Mette in crisi il mio senso etico.

Ed è bene che per il prossimo anno avrò uno zaino da 80 + 10 a tenermi in guardia dagli eccessi.

3 commenti:

pri ha detto...

me la ocmprerei io. perché so che vuol dire. e perché ha i freni a mano e non a pedale. peccato che io non sia fisicamente in grado di guidare una bici da uomo e che solo farla arrivare quaggiù mi costerebbe più che a comprarla nuova.
ma ti sono vicina.

bastian contreras ha detto...

Grazie mille Pri.
E io che non avevo messo l'annuncio prima perché non volevo essere inondato di richieste! Comunque se conosci qualcuno quassù a cui potrebbe interessare.....

A picco sull'oceano ha detto...

metti un annuncio sul faccialibro, così lo possiamo sharare con conoscenti viventi in paese basso, e loro lo possono sharare con i loro conoscenti, e questi con i loro, nei secoli dei secoli :)

Annmarayah