venerdì 13 agosto 2010

Essere animali

Il lavoro mina l'autostima perché ti costringe a fare errori stupidi.
È che quando passi 8, ma anche spesso e malvolentieri anche 9 ore e passa a fare piccole operazioni insignificanti, a fine giornata, quante ne avrai fatte di quelle operazioni insignificanti? Migliaia? E su migliaia, ci sta o no, che una o due vadano male? Il problema è convincersene, o convincere i gerarchi, a scelta.

L'autostima non era a regime di piena ieri, mentre pedalavo verso casa, riavvolgendo la scia che avevo stampato su asfalto la mattina.

Poi mi fermo appena fuori Vondelpark, vado a prendere la zia pazza, che ha deciso di farmi un'improvvisata lunga sette giorni, facciamo un giro in centro e noto catene. Catene a centinaia legate ai pali per le biciclette. Legate ai pali, ma senza bicicletta. La meccanica è la seguente: uno parcheggia la bici la sera, pensando già a cinema, concerto o randevù con la tipa conosciuta su meetic e non si rende conto di non aver legato la catena ad un punto del telaio dal quale non può essere sfilata. Errori stupidi. Centinaia di catene, centinaia di errori stupidi. Monumenti all'errore stupido.

Allora capita che uno, la sera, consolandosi del proprio male con il male degli altri, vada a casa soddisfatto, sentendosi stupido, ma in compagnia. Guadagnando autostima dalla stupidità del genere umano.

Che poi gli umani non è che siano stupidi. Semplicemente non sempre usano la ragione. Non come un essere imperfetto, ma come il cane, il gatto, l'alpaca e l'axlotl. Un animale. È bello pensare di essere animali. In fondo abbiamo internet in casa, un lavoro e un'assicurazione sanitaria. Molto meglio di quanto possa fare il più intelligente dei San Bernardo.

E allora anche voi, amici e amiche, non guardate al Cayenne del vicino, ma alla cuccia del suo cane.

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