giovedì 17 luglio 2008

La simpatica lingua olandese


La lingua olandese è molto divertente. Affascinante alla vista, vagamente comica ad ascoltarla.
Per uno che in Olanda non ci abita, sentire un po’ di olandese in giro è un privilegio raro. Il cinema e la musica non sono famosi a livello internazionale e tutti parlano inglese, rendendo anche in patria la padronanza della lingua inutile. O almeno così la pensa il mio collega Philippe, un francese che è un orsettone bonario un po' stempiato e che risulta comunque incomprensibile anche quando macchia di transalpinità il suo peraltro eccellente inglese.

Essendo l’olandese ad Amsterdam quasi come l’italiano in Alto Adige, almeno per quanto riguarda la diffusione dell'idioma, il primo contatto con la lingua avviene per via scritta. E a leggerlo, l’olandese appare decisamente intrigante. Per uno abituato alla parsimonia delle ventuno lettere italiche, un tale stillicidio di k, w, j ha l’esoticità di una grappa all'asperula degustata a Paramaribo e fa pensare che per parlare questa lingua sia necessario avere sempre un cracker fresco in bocca.
Se poi aggiungiamo il prodigioso effetto visuale delle doppie vocali, capiamo come l’assenza di accenti e dieresi altro non sia che una misura per preservare le nostre facoltà mentali.
È comunque inutile sforzarsi a leggere le fascinose parole olandesi, perché comunque vengono pronunciate in maniera completamente diversa da come sono scritte. Nei dittonghi le vocali devono aver giocato al gioco delle sedie musicali per secoli, facendo in modo che OEI si legga UI e che UI sia riproducibile al meglio mentre si sbadiglia. Nella pronuncia vige poi una politica di austerity, nella quale solo le U vengono pronunciate, oltre ovviamente alle R, che comunque suonano come le U.
In pratica la lingua è una successione disordinata di U e cracker che si sbriciolano. Se è vera la teoria che vuole che l'italiano suoni come musica leggera, l'inglese punk e il tedesco metal, allora l'olandese racchiude tutto lo sperimentalismo del noise (la teoria è mia, un giorno ne parliamo).

In attesa di cominciare a capire qualcosa, ecco un greatest hits delle parole più divertenti.

Te huur/Te koop (Affittasi/Vendesi)
Un po’ per tutti le prime parole. Sono tipiche della lingua olandese con le loro doppie vocali, anche se suonano milanese. Sono onnipresenti su cartelli affissi ovunque lungo la strada, tanto è vero che uno si mette quasi a pensare che sia facile trovare una casa in affitto, il povero illuso!

Let op! Drempels (Attenzione! Dossi artificiali)
Gli olandesi alla sicurezza stradale ci tengono, a quanto pare. In realtà pare male, perché per quanto ostracizzate siano le macchine, le bici si muovono nel traffico come lame di ghigliottina.
Non è male comunque vivere in una città senza traffico. L’olandese la BMW la tiene in garage, con la roulotte attaccata, pronta per scappare verso il Garda appena può. ma in città si respira aria pulita, insieme agli oppiacei.

Fiets (Bicicletta)
Eccola la parola magica. Bicicletta. Di ogni tipo, catorci assemblati, tandem, biciclette da guidare sdraiati. Non è un articolo sportivo, ma un mezzo di trasporto. Ogni strada è anche ciclabile. La strada secondaria lungo l’Amstel che va verso Ouderkerk è stretta, ma non rinuncia alla ciclabile su ambo i lati. In pratica metà strada è ciclabile, mentre le macchine si sfidano in un lungo senso alternato, regolato dai drempels che costringono a rallentare.

Kijken (Guardare)
Pronunciato “kaiken”. È l’unica parola che si distingue fra le U e i cracker. Viene pronunciata spessissimo (solitamente even kijken, che vuol dire “ora vediamo”), sempre con grande chiarezza. Non si capisce il motivo di cotanta chiarezza, ma così è. Forse agli olandesi piace vederci chiaro.

Boer (Contadino)
Cresciuto con il mito del calcio olandese, uno si accorge che Frankie de Boer altro non significa che Franco il Contadino. Comunque i contadini qui sembrano sapere il fatto loro, fra polder e dighe sono più ingegneri civili che agricoltori. E secondo me tengono pure li sordi. Dovrebbero fare un gemellaggio con i colleghi della Val di Non.

Vet poes (Gattaccio obeso)
Arriva anche il lieto fine, uno trova casa, di solito con un coinquilino, perché gli affitti costano vagonate di euro. Solitamente c’è anche un gatto, spesso anche due, non perché fa bello, ma perché le case olandesi sono misteriosamente piene di topi. I gatti sono spesso arancioni, forse per patriottismo. Il mio coinquilino ne ha due, uno nero con la pancia e le punte delle dita bianche e uno identico ma marrone/arancio/violaceo là dove il fratello è nero. I gatti non hanno nome, ma rispondono al richiamo vet poes, che si pronuncia fett puss, ma per qualcuno suona come “croccantini”. Ah, i miracoli delle lingue!

15 commenti:

Anonimo ha detto...

In questo articolo ho potuto notare con amarezza uno spregievole senso di superiorità da parte dell'autore. Il fatto che l'olandese sia una lingua ridicola da ascoltare è un'opinione del tutto discutibile. Ci vorrebbe un pò più di rispetto per una lingua estremamente ricca ed interessante. Bisognerebbe piuttosto chiedersi se la nostra lingua possa risultare ridicola per uno straniero.

Anonimo ha detto...

L'olandese come l'italiano in Alto Adige??????!!!!Questa è una grandissima fesseria. TUTTI gli olandesi parlano tra loro ESCLUSIVAMENTE l'olandese. Il fatto che quasi tutti parlano bene l'inglese dimostra la loro capacità ad apprendere le lingue straniere. Da questo punto di vista(e moltissimi altri)dovremmo solo cercare di imparare da loro.

Anonimo ha detto...

L'olandese in Olanda come l'italiano in Alto Adige? Questa è una grandissima fesseria. TUTTI gli olandesi tra loro parlano ESCLUSIVAMENTE l'olandese. Il fatto che quasi tutti parlano bene l'inglese indica una grande capacità da parte loro ad imparare le lingue e il loro ottimo livello di istruzione. Da questo punto di vista(e molti altri)non possiamo che invidiarli!!!!

Anonimo ha detto...

Anche questo è errato: "kijken" non si kaiken. Non sapendo quali sono i simboli dell'alfabeto fonetico provo a scrivere come meglio credo la pronuncia corretta: kèiken.
La pronuncia corretta potete comunque trovarla quà: http://it.dicios.com/nlit/kijken

Anonimo ha detto...

Nella loro patria la padronanza della lingua olandese è inutile??!! Ma non diciamo cavolate!! Prova a cercare lavoro in Olanda senza sapere la loro lingua e potrai notare quante occasioni di essere assunto perderai.

Anonimo ha detto...

Il primo contatto con la lingua avviene per forza di cose per via scritta?? Hai mai cercato di ascoltare le persone del posto che parlano tra loro? Se tu l'avessi fatto avresti dovuto renderti conto che comunicano tra loro in olandese.

bastian contreras ha detto...

Grazie per i commenti, è la prima volta che ne ricevo di negativi e la cosa è rinfrescante.
Un po' mi stupisce, perché credevo che fosse evidente il tono di esagerazione del mio post, che vuole suonare "ignorante", come un discorso da bar o da comizio della Lega. Quella sull'Alto Adige era una battuta, volevo esagerare sul fatto che qui sembra (ma ovviamente non è così!) che l'olandese sia lingua minoritaria. Credo che se avessi letto questo post come qualcosa che tenta di descrivere una realtà, anch'io avrei avuto la tua reazione.

Anonimo ha detto...

Il motivo per cui mi sono arrabbiato forse più del dovuto a leggere questo articolo è il fatto che mi è capitato spesso di avere a che fare con dei francesi(come il collega Philippe dell'articolo) che si sentono superiori agli altri. Forse è soltanto una mia impressione ma avverto molto spesso uno sciovinismo che ritengo davvero insopprtabile quando vado in Francia. Infatti mi sembra che i francesi in generale non siano un popolo particolarmente amato all'estero.I francesi sono infatti antipatici a molti italiani(lo dimostra il fatto che moltissimi connazionali hanno appena esultato per l'eliminazione della Francia ai mondiali 2010). Ma anche al di fuori dell'Italia non cambia molto: nel resto del mondo sono stati in pochissimi a simpatizzare per i "Bleus".Per fare un ultimo esempio molti belgi li odiano letteralmente in quanto i francesi si divertono a creare barzellette su di loro. Il popolo olandese appare ai miei occhi invece molto più umile e da sempre mi sta particolarmente simpatico.

bastian contreras ha detto...

Pensa che ho appena finito di parlarne con qualcuno...
Io sono qui ormai da 2 anni (quando ho scritto questo post ero appena arrivato) e adoro questo posto, gli olandesi hanno tantissimi pregi, primo fra tutti saper prendere la vita alla leggera senza essere superficiali.

Secondo me gli rimangono due soli difetti: il fatto che adorino la techno e la poca umiltà. Mi spiego: sul discorso dei francesi sono d'accordo con te (ne ho una in casa, pensa tu). Gli olandesi non sono così, però ti assicuro che negli ultimi giorni, quando sembrava che fosse possibile una finale Germania-Olanda, ne ho sentite di tutti i colori sui tedeschi e la guerra (e pensare che i tedeschi sembrano provare tuttora un senso di disagio per la guerra che ad esempio gli italiani non hanno).
E poi, anche quando parlano dell'Italia noto un certo senso di superiorità. Ma qui, non so fino a che punto hanno torto.

Anonimo ha detto...

Per la mia esperienza personale fatico a credere della poca umiltà degli olandesi. E ovvio che i giornali avranno pompato oltre modo la semifinale mondiale, ma non credo che i toni siano stati più pesanti rispetto a quelli che si sarebbero utilizzati in qualsiasi altro paese del mondo.
Per quanto mi riguarda "Oranje boven!!!". Se lo meritano davvero di vincere un mondiale per quello che il calcio olandese è stato nella storia. Hanno avuto delle squadre e dei giocatori straordinari(la nazionale con Gullit, Van Basten e Rijkaard era da capogiro). Inoltre hanno perso 2 finali mondiali. Per me bisognerebbe farli diventare vincitori del mondiale ad honoris causa. Purtroppo però la vedo molto dura perché la Spagna è davvero una squadra formidabile.

Anonimo ha detto...

Vorrei farti una domanda che se vuoi potrebbe essere uno spunto per un tuo nuovo blog(a patto che tu non ne abbia già scritto uno riguardo a questo argomento). Dato che sei un italiano che vive da 2 anni in Olanda sarei davvero entusiasta di sapere cosa ne pensi delle differenze(se ne hai notate) che hanno rispetto al modo di approciarsi con i giovani dal punto di vista lavorativo. In Italia si dice spesso che per i ragazzi l'estero offre più possibilità e che all'estero i giovani sono visti più come una risorsa mentre in Italia più come un mezzo da sfruttare. Si dice inoltre che è più radicata l'idea del lavoro(è vero che si trova più facilmente?) e della meritocrazia. Secondo te è davvero così??

Anonimo ha detto...

Ho letto solo 2 dei tuoi blog(questo e "forma e sostanza") ma ti faccio i complimenti perché mi hanno interessato molto. Ma soprattutto ti faccio i complimenti per aver accettato serenamente le critiche iniziali che ti avevo fatto. Questo dimostra che sei una persona intelligente e con la quale si può discutere. Hai davvero riacquistato con gli interessi i punti che avevi perso ai miei occhi quando avevo appena finito di leggere il blog. Quello che mi interessa particolarmente (credo che possa valere anche per altri lettori) sono le differenze tra il paese in cui vivi adesso e l'Italia(per questo motivo "forma e sostanza mi è piaciuto così tanto").

bastian contreras ha detto...

1) Sul calcio. Anch'io sono un nostalgico del trio milanista. Nell'88 avevo 8 anni ed ero nel pieno della passione pallonara. Se poi aggiungi che vivo qui da 2 anni e non ho nessun motivo di lamentarmi di questo posto, dico forza Oranje!
Ieri ho messo la maglietta arancio a stendere, per il resto vedremo.

2) Sul mondo del lavoro. Non so fino a che punto posso parlare, perché la mia azienda è americana. In generale però dico che è vero, la meritocrazia è riconosciuta e i giovani hanno più possibilità. Qui più che dell'Olanda ti vorrei parlare della Francia, dove i ragazzi hanno TUTTI modo di fare esperienza di stage DURANTE l'università, come parte del corso di studi. Quindi niente anni di stage non pagati.
Poi c'è la teoricità della scuola italiana, che non insegna ai giovani la pratica, ma solo la teoria. In 5 anni di Scuola Interpreti, nessuno mi ha insegnato ad usare il software di traduzione (bastano un paio d'ore). I miei colleghi francesi non hanno studiato fonetica, non sanno nulla su Saussurre e Chomsky, ma hanno imparato a tradurre al computer e soprattutto hanno avuto lezioni di contabilità, cosa importantissima per un mestiere svolto soprattutto da liberi professionisti. Sarà per questo che il traduttore francese (che sa fare i suoi calcoli) viene pagato più del doppio di quello italiano?

Ma c'è un enorme MA. Trovo che i giovani italiani, al di là di questi svantaggi ovvi, abbiano le loro colpe. Prima di tutto il ragazzo italiano non è educato ad arrangiarsi. Si vede già nel sistema universitario. Quando mi sono trovato in Germania, a dovermi compilare da solo l'intero programma di studi, è stato uno shock. Per non parlare del fatto che là ci sono diversi corsi senza test finale, dove la gente studia non per passare l'esame, ma perché realmente trovano il corso utile o interessante.
Questo introduce al
E poi l'italiano tende a piangersi addosso. È facile piangere perché guadagni 400 euro al mese in call centre. Dovresti avere il coraggio di dire NO, per 400 euro io non lavoro. Certo. il lavoro lo prenderebbe qualcun altro, ma basta cercare. Prima o poi si trova o ci si inventa qualcosa. Semplificazione? Forse sì. Io non ho mai lavorato molto in Italia, ma se i genitori la smettessero di arrotondare la paga dei figli che lavorano al call centre, i datori di lavoro non potrebbero permettersi di pagare salari così bassi.

3) Sulle critiche. Su internet la critica piove facile (hai mai letto i commenti agli articoli di Yahoo Sport? Sono tutti insulti). Credo che la serenità vada trasmessa e l'esperienza mi insegna che funziona. Non parlo di te, perché le tue erano critiche motivate dal tuo punto di vista, non semplici insulti, ma ho notato che la gente che insulta non si aspetta una risposta pacata e si meraviglia quando arriva. Spesso seguono scuse. È che tendenzialmente l'uomo è buono, devi solo fargli capire che ha a che fare con un altro essere umano.

Anonimo ha detto...

Non so dove iniziare per quanto riguarda le inesattezze, ma mi soffermo su questo: La grafia olandese è una delle piú semplici come meccanismo da comprendere, una volta che si sanno le regole e come si pronunciano le vocali e consonanti.. non ci sono troppe stranezze, affatto! "oe" corrisponde a /u/, la u a /y/ (come la "u" francese), e le doppie vocali corrispondono a vocali lunghe, dato che queste sono presenti in olandese.. Io non capisco perché bisogna far commenti cosí stupidi, per altro d'una lingua che non suona cosí male (ce ne sono di peggio); poi mai sentito l'olandese parlato nelle Fiandre? È molto piú soffice e suona quasi musicale.. ma no, alla gente piace dar giudizi affrettati e inesatti quando c'è di mezzo qualcosa che non si conosce..

bastian contreras ha detto...

Grazie per il commento. Sì, rileggendolo appare piuttosto superficiale: lo ho scritto all'inizio dei miei tre anni in Olanda. Certo, ora che la parlo abbastanza decentemente trovo ancora la lingua olandese divertente e tutto sommato sgraziata, anche se come per ogni altra lingua dipende da chi parla. Ma una lingua non è mica un oggetto di design, che va progettato secondo canoni estetici.
Mi piace di più la cadenza del Limburgo, non molto quella belga, che rimpiazza la G scricchiolante con una certa nasalità.