venerdì 5 novembre 2010

Il bello e il brutto

Il periodo più bello è quando esci e gli alberi hanno la testa riccia, bionda o malpelo come gente che suona in gruppi hard rock del 71.
Il periodo meno bello è quello dell'alopecia clorofilliana. Troppo vento, troppa pioggia e troppo tempo spargono i capelli sulla ciclabile. E poi rimangono solo coralli marci svegetati per sei mesi. La clorofilla resta solo nelle ciunghe gustolungo.

La cosa brutta dell'efficienza è che quando la gente ci si abitua, poi pretende che tu sia efficiente sempre. Arriva un momento della vita lavorativa in cui tutto è sempre più urgente, con un bagget sempre più tirato, perché l'ultima volta ce l'hai fatta e non vedo perché non ce la potresti fare ancora. Allora meglio che tu, quando uno ti chiede per favore di fargli uno sconticino per una volta, tu gli dica subito di no, così la prossima volta non te lo chiede più. E se va da un altro lo ringrazi, che non hai mica tempo da perdere, tu, a differenza di un ipotetico altro.

Se questo non si chiama essere proattivi!

Il bello è che il capo ti dice che lo sa che è così, però se non ti adatti è meglio che tu te ne vada. E poi due giorni dopo ti spiega che non vuole che tu te ne vada, però ti devi adattare. E spiazza che tu con cautela gli spieghi che in fondo è proprio andartene che vorresti.

È brutto che un lavoro da 45 ore di riflessi pronti in settimana sia considerato un lusso. Dovrebbe essere una scarpa rotta che ti tieni addosso il tempo di girare due negozi e trovarne una migliore.

Ma è un bene che le cose abbiano valore solo in base al contesto. Come nel contesto in cui l'avvocato Mazzatondoli di Pove di Sacco, Padova, oggi non si sente meglio di quanto si senta il contadino Abdellahim Mokhtari di Tissisat, Sudan, io, fra sette giorni, accampato in una gola dell'Atlante marocchino, relativizzerò a pieni polmoni l'effetto del ritardo nella consegna di un progetto sulla condizione psichica di un acchiappaclienti di stanza a Toronto, Ontario.

Capirò - e qui viene il bello - che Torontontario, se lo pronunci tutto d'un fiato, è anche divertente dirlo.

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