martedì 1 aprile 2008

oltre le arpe e i quadrifogli


finalmente è giunto il momento. dopo due anni esatti in irlanda, è ora di tirare le somme e levare il disturbo.
l'irlanda è la terra degli stereotipi. tutto quello che avete sentito su di lei è vero.
vaste distese di verde, tempo infame, gente amichevole, l'alcol come stile di vita.
il simbolo principale dell'isola verdegrigia è però senza dubbio il cono stradale rosso, onnipresente, dal centro di dublino all'entroterra del connemara. nei prati, nei fiumi, anche lungo le strade, coni rosso fosforescente, spesso rotti o ammaccati marcano parcheggi privati, zone ad accesso vietato, ma più spesso nulla.
il cono stradale è la vittima designata dell'ubriacatura rabbiosa e spesso il suo rosso risalta nel verde dei prati come un graffio sulla fiancata della tua macchina nuova.
altro notevole marchio di fabbrica è l'adesivo con la l rossa. la sua funzione originaria è la marchiatura a fuoco dell'automobilista dilettante, come in italia la p, ma con una diffusione dieci volte più ampia. fino al duemilatrè, in irlanda era ufficialmente concesso di guidare senza patente. scrivo ufficialmente, perché la pratica è ancora tollerata. quando si compiono i diciottanni, basta fare domanda per ottenere il foglio rosa, che qui è bianco. dopo il primo anno è possibile rinnovarlo annualmente e non è necessario avere nessuno a fianco mentre si guida. basta avere la l incollata sul retro. gli irlandesi trovano che quello di guidare sia un diritto e si scandalizzano se si parla di patenti obbligatorie. i risultati si vedono sulla strada. sembra di essere in italia, solo che in italia gli automobilisti sanno guidare, ma sono teste di cazzo, mentre gli iberni sono buona gente, ma semplicemente ignari delle regole stradali.
ma l'uso della l va ben oltre l'automobilismo, ponendosi come accessorio fondamentale per gli addii al celibato, e il centro di galway è il regno dell'addio al celibato, pare che sposarsi e andare a matrimoni sia il passatempo preferito degli autoctoni. gruppi di donne starnazzanti, vestite in quello che a loro sembra sexy, ubriache come solo qui si può, armate di accessori sempre uguali: corna da diavolo e cartelli con la l appesi al collo. quello che affascina di questa tradizione non è il significato, che poi probabilmente sarà qualcosa tipo "sono una principiante, aiutami ad essere donna di mondo", ma la frequenza. ammetto che la cosa sia stata divertente la prima volta che l'ho vista, ma dopo due, tre, quattro volte l'idea perde decisamente significato, diventando un simbolo del conformismo come stile di vita, altro atteggiamento tipicamente locale.
terzo grande simbolo di questa verde terra è il formaggio arancione, esattamente la stessa tonalità della bandiera nazionale. un monolito di un arancione chiaro, rosato e uniforme, tanto da sembrare di plastica. il formaggio arancione viene proposto in ogni piatto, sulle patate fritte, sulla pizza e nei temibili wrap, per dare sapore al pane insipido con insalata lungodegente. il formaggio arancione fa sembrare le lasagne un giocattolo di plastica recuperato da un incendio. il formaggio arancione ha lo stesso sapore di quello del mcdonald, nessuno. ed è proprio qui il punto: la funzione del formaggio arancione è la nutrizione fine a se stessa. l'importante è incamerare calorie, almeno per lui. per lei l'importante è incamerarne il meno possibile, ma gli irlandesi amano fare eccezioni. non è che non amino godersi i piaceri della vita, anzi, è il contrario. solo che preferiscono il bere al mangiare, e se si vuole bere tanto è meglio mangiare prima qualcosa di sostanzioso.

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