venerdì 7 marzo 2008

londra in solitaria




direte che il tempo a londra fa schifo, ma è sempre meglio che in irlanda, dico io. l'unico posto dove il sole non batte mai è al 10 di downing street, chiuso fra guardie e casoni vittoriani. povero gordon.
nella city sono tutti vestiti di nero, camminano soli, in silenzio, faccia seria. stereotipi viventi. la domenica invece la city è deserta. sulla metro tutti leggono i giornali gratuiti. tutti. ce ne sono quattro o cinque diversi, tutti con le stesse notizie nella stessa sequenza: gossip, cronaca, gossip, notizie locali, appuntamenti, sport, gossip sportivo. la genialata è la graffetta per rilegare il tutto, che previene il disfacimento del giornaletto con conseguente turbine di pagine fluttuanti.
i giovani neri si vestono come i giovani bianchi, sembrano tanti cantanti dei bloc party. i giovani bianchi di periferia invece si vestono tutti da rapper, ma finora li ho visti solo in tv. d'altra parte i neri sono gli unici che parlano ancora un po' di cockney, ma qui forse mi sbaglio.
sono entrato nel parco di buckingham palace con la valigia e lo zainone. alla faccia delle misure di sicurezza. gli aerei ci passano sopra che sembra che si schiantino. purtroppo la foto con l'aereo che sembra schiantarsi sulle guardie a cavallo mi è venuta male. il west end, che poi sarebbe il centro, è pulito e sicuro. infatti le mappe di londra mostrano solo il west end. guardando bene, la periferia è enorme. in periferia dicono che sia meglio non andarci, troppo pericoloso. peccato, io volevo andare a brixton per via di guns of brixton. però sono stato a baker street (jethro tull), brompton oratory (nick cave) e mornington crescent (erano i kinks o gli small faces?*). qui ogni angolo è citato in musica e film. sono stato a chelsea. belle case, zona di nuovi ricchi, quelli la cui ricchezza compensa la mancanza di educazione. calderoli inglesi, paradiso del suv, clacson a manetta. su king's street a chelsea ci sono solo boutique e caffè fighetti. la sera al telefono vengo a sapere che su king's street è nato il punk. punk's not dead, qualcuno diceva. e magari è anche vero, però devono averlo perlomeno sfrattato.
ho bucato la suola delle scarpe. oxford street è la via dei negozi, colossale. cercavo un paio di scarpe nuove, ma non le ho trovate. in oxford street ti aspetti negozi di scarpe sconfinati, ma in realta ci sono cento piccoli negozi dove trovi sempre le stesse cose.
i musei invece sono enormi, è impossibile concentrarsi su tutto e si finisce col fare turismo spizziculliellante, del tipo "ah, ecco la stele di rosetta", croce sopra e via. fregi del partenone, celo, bassorilievi assiri, celo, busto di pericle, sala chiusa per restauri, manca. alla tate modern, ah, ecco un picasso, vale la pena di guardarlo bene, tanguy, chicazzè, quello del film? tira dritto. che poi in realtà immagino sia il contrario. picasso lo trovi un po' ovunque, probabilmente anche al bar da lory. è più prolifico di brunovespa. l'italico turista davanti a jackson pollock: "questo lo posso fà pur io". magari non negli anni '30, deficiente.
il cappello di pete doherty mio nonno lo portava già vent'anni fa. e qui mi fermo. gli stivali della cheitmoss invece vent'anni fa li vedevi solo in funivia. e magari speravi che in funivia ci sarebbero anche rimasti.
sabato a piccadilly ho visto un tipo abbordare un altro fingendo di rivederlo dopo tanti anni. davvero da ammirare, una naturalezza incredibile. l'altro c'è cascato come un anziano al gioco delle tre carte. chissà che scusa avrà inventato poi il primo per derubarlo. avrei pagato per seguire la scena.
dall'irlanda avevo giudicato male la tv inglese. non è così male, è solo che in irlanda gli stessi canali trasmettono solo i programmi più stupidi, in rotazione continua. discovery travel in irlanda è tristemente noto per trasmettere solo e unicamente house in the sun. qui invece hanno addirittura i documentari. in dom joly's happy hour un comico gira il mondo ubriacandosi alla guisa locale. pensandoci bene è strano che non l'abbiano ancora esportato in hibernia.
l'ultimo giorno c'era un bel sole. fuori dalla tate modern tutte le panchine erano occupate, così ho adagiato il deretano sul nudo terreno, appoggiando la schiena alla parete. in dieci minuti mi imitano in mille, l'intera parete occupata. sono un precursore, come lichtenstein, de chirico, mondrian, celentano.


*trattasi semplicemente dei belle & sebastian

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