venerdì 11 aprile 2008

eroi della meteorologia

in irlanda piove sempre. vero a dublino, peggio nel selvaggio west ireland.
pare che galway sia la città più piovosa d'europa. qualcuno dice che in realtà il primato spetta a sligo, ma sligo è poi una città?
in realtà dire che piove sempre non è esatto. il punto è piuttosto che il cielo è una sempiterna fumata nera e la pioggia si manifesta praticamente ogni giorno. di solito piove per 5 minuti, poi magari esce un pallido solo per 2 minuti, poi grandine, grigio, grigio, pioggia. non sto esagerando, lo giuro.
in irlanda nessuno usa l'ombrello. quando piove, le gocce vengono spinte dal vento in direzione orizzontale, quindi un ombrello, oltre ad essere inutile, rischia anche la subitanea distruzione. in dieci minuti di passeggiata sotto la pioggia orizzontale, ci si ritrova con la parte anteriore delle braghe fradicia e la parte posteriore asciutta, oppure il contrario. nei seguenti dieci minuti di pausa, il tempo di ricaricare lo sciacquone celeste, l'altissimo, pentito di averci presi per il culo, ci asciuga con il suo phon, salvo poi inzupparci di nuovo.
l'unica cosa che si può fare è non pensare al tempo. in questo gli irlandesi sono campioni. in estate, inverno, con la pioggia, il sole e il gelo, si vestono sempre allo stesso modo. manica corta per lui, superscollatura per lei. se si organizza un evento, la pioggia non è una scusa per annullare i propri programmi. un fulgido esempio è la partita di calcetto del giovedì sera, importante evento che coinvolge orgogliosi irlandesi ed espatriati latini e ladini.
la partita del giovedì sera si svolge al drom, complesso di campetti in sintetico e all'aperto posti su una collinetta qualche miglio fuori città. ebbene, più della metà delle partitelle infrasettimanali si svolgono sotto la pioggia, spesso accompagnata da gelo e vento. la furia degli elementi non impedisce la presenza fissa di dieci o dodici eroici sportivi. è proprio la situazione estrema data dall'incombere degli elementi che rende ogni partitella uno sforzo eroico, dove il cameratismo e lo spirito di sacrificio tipici della cultura irlandese hanno modo di manifestarsi. john, brian, colin, coperti solo da braghette corte e maglietta del celtic, sfidano un'intabarrata armata latina, con viso imbronciato e pensiero all'amata patria.
il tempo in irlanda viene vissuto in maniera eroica. tutto è così estremo, che sembra sempre di vivere in una tragedia biblica. anche quando capita una settimana intera di sole (una volta all'anno), l'abitudine alla pioggia trasforma i venti gradi in un altiforno e l'assuefazione al grigiore rende il sole ancora più luminoso. già il primo giorno di queste attese settimane, camminando in centro verso l'ora in cui la gente torna dalla spiaggia per rintanarsi al pub, è possibile notare come il candore della pelle iberne lasci spazio a vistose scollature scarlatte, della serie che al solo pensiero ci si sente male. ma l'irlandese è duro a morire, e sfoggia il suo rossore come una ferita di guerra.
l'eroismo e la multiformità della meteorologia nordica sono probabilmente le cause della consuetudine anglosassone per eccellenza: parlare del tempo. questa consuetudine è tutt'altro che banale. esiste sempre un nuovo fenomeno atmosferico che valga la pena essere descritto minuziosamente: grandinate calibro nove, tripli arcobaleni, vento a mille nodi.
l'importante è tarare le proprie aspettative: una traccia di sole è già lovely weather, mentre basta che non piova perché il tempo sia not too bad at all.

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