E io che faccio ora? Mesi a leggere un libro grande come una
scatola degli attrezzi, e arrivato a pagina 981 (che di fatto è l’ultima di
1072 ), tutto quello che ho da dire è ma sì, bello, eh, però boh.
Tutto questo dopo che nell’introduzione il buon Dave Eggers mi
dice che Infinite Jest è un libro che può piacere o non piacere, ma di sicuro non lascia indifferenti?
Sono io o è Dave Eggers a non aver capito nulla? Secondo voi? O forse mi salvo in corner
dicendo che non c’è niente da capire?
α) Qualcuno ha detto che è un libro
illeggibile, e in effetti il primo capitolo ha veramente senso solo se riletto
al termine del libro. Una cosa che se tu la consegni ad una casa editrice, se
sono gentili ti dicono non c’è male, però intanto vai a studiarti
le basi, che poi ne riparliamo.
Credo sia un po’ come quel
giocatore che sbaglia un gol che avrei fatto anch’io. È vero che lo avrei
fatto anch’io, ma il vero merito del giocatore è essere là, dopo anni di
giovanili e mai una volta in discoteca chese no i muscoli si fiaccano,
capocannoniere in serie B, due anni in bassa classifica e ora però potersela
giocare, magari sbagliare un gol che avrei fatto anch’io, ma nessuno dubita che
il prossimo entrerà. Come minimo lo devi ammirare, uno che scrive libri che tanto vale che mi legga lo Zingarelli,
che è anche più facile, e trova gente che poi il libro glielo legge, tutto. Un
altro gol per Dave Eggers.
β) E c’era un altro punto sul qual Dave e
io non ci trovavamo d’accordo. Lui scrive che in ogni caso Wallace scrive con
modestia e non cade mai nel pretenzioso. Io invece davanti a tutto quel il
dico-non-dico, a quelle descrizioni lunghe decine di pagine, l’idea di
rinominare gli anni, per lo più in un’opera che non procede in ordine cronologico,
e poi metterti la chiave di lettura così, dal nulla, a pagina 223, un po’ ho dovuto pensarci. Poi ho
concluso che in realtà l’autore vuole solo giocare con me, come dice la padrona
del cagnolino che ti sta azzannando la caviglia. Direi che qui un pareggino me
lo concedo: dove è il confine fra dotto e pretenzioso? E se ho tre mele e ne
mangio cinque, quante mele rimangono?
γ) L’altra cosa era questa: Infinite
Jest non è che tu lo possa leggere. In
caso studialo. Hai presente l'Ulisse di Joyce? Ci ho fatto un corso
all'università, affascinante, spesso mi torna in mente, ma credi che lo abbia
letto tutto? O la Divina commedia: al liceo non leggevamo Dante, leggevamo il Di Salvo. Per 9 righe di
Dante ce n’erano 15 del Di Salvo, che in proporzione vinceva quindi 5 a 3.
Sarei curioso di leggerle ste note ad Infinite Jest. E so che esiste un libro
di questo tipo, ma onestamente sono spompato.
Ecco, sono riuscito appena a sfogliare qualche sito, un paio d’ore
una sera. E mi hanno aperto le porte. Perché ho scoperto che un finale esiste, solo che è sparso qua
e là, un po’ nel primo capitolo, ma non solo, sarebbe troppo facile. Per
fortuna c’è internet, cosa che David Foster Wallace non avrebbe mai immaginato,
lui che nel 1996 immaginava un 2009 (The Year of Glad) con la gente che usa i
CD-ROM. È un finale che non puoi dire finisce
così, ma gli indizi sono talmente forti che è come se potessi farlo.
Alla fine lo posso dire, gli voglio bene a quel libro. Non come un
figlio, non come un’amante, più come un contatto Facebook che ti piacerebbe conoscere meglio ma abita troppo lontano.