Un’amica svedese mi scrive che queste giornate autunnali
hanno anche dei risvolti positivi. Io per un attimo mi chiedo che c’azzecca
l’autunno, e poi ricordo che il Nord è l’amante più appassionata, ma ha un
carattere difficile.
Nel frattempo anche il Sud si risveglia. Io l’ho conosciuto
nel torpido sonno estivo, ma ora sono le 7:30 del calendario e la vita si alza.
Oggi comincia l’università, e si sente. Il tasso alcolemico in città cresce a
livelli orientali e le vie del centro sono intasate come – presumo – il naso
della mia amica svedese. Abitare a pochi metri dal ponte più pedonale del
centro è un barometro della vita notturna.
La gente litiga: non ho mai notato tali livelli di
disperazione nelle ore notturne. Pare sia proprio mentre le madri dormono che
vengono chiamate in causa con più insistenza. Ad ascoltare da lontano colpisce
la drammaticità di discussioni che immagino non avranno mai termine, perché descrivere
le pecche delle madri degli altri non agevola il problem solving.
E poi verso le 3 il mio vicino, spietato, invoca ad alta
voce di spostare il matricidio in sede più consona. E io parteggio per lui,
perché tua madre finché vuoi, ma c’è gente che domani lavora. Ed essendo oggi
già domani, lascio il campo per sbrigare un paio di faccende.
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