Fra le tante cose che ho fatto lo scorso fine settimana
spicca la visione di un documentario sul f-i-s-t-i-n-g (i trattini per
allontanare il pornologhi dal blogghe) in compagnia di Lilù, sua sorella minore
e i genitori. È stata proprio la sorellina a scaricarlo per la visione
pubblica, dopo averci incuriositi tutti, parlandone per giorni.
Il f-i-s-t-i-n-g è stato un po’ il tema dominante di questo
fine settimana presso la famiglia paterna di Lilù, l’argomento è stato trattato
a più riprese da grandi e meno grandi, con la massima naturalezza. Ovviamente
mi riferisco al f-i-s-t-i-n-g parlato, non quello giocato.
La cosa che stupisce è proprio questa, un raduno di tre
generazioni in cui tutti discutono come coetanei. Dalle mie parti, fra le
generazioni ci sono determinati limiti. Gli anziani giocano alle carte, parlano
di campagna e ricapitolano la genealogia del paese, gli adulti dibattono di politica,
stufe in maiolica (il vero status symbol alpestre) e calciatori di una volta, mentre
i giovani discutono di bere, macchine e calciatori in attività. L’unico momento
di comunicazione fra le fasce d’età è quando gli anziani si informano con tono
grave e fare accigliato sulla situazione famigliare o lavorativa delle altre
generazioni.
Quassù invece le generazioni comparano smartfoni, bevono
birra, vino, sciampagna, pastis, miscugli di sciroppi e alcolici. Intanto la
sorellina si informa se le nipotine quindicenni sanno cosa sia un sessantanove.
E la nonna si è lasciata strappare per un giorno ai rossi
campi del Roland Garros, dove anche quest anno è riuscita a farsi inquadrare in
mondovisione, mentre incoraggia Tsonga e Monfils a voce alta e gesti potenti, col
viso dipinto del tricolore cugino del nostro.
Ma anche qui come ovunque si parla delle ultime novità di
famiglia: una zia chiede se la cugina è ancora sposata o se nel frattempo è divorziata,
come a presumere che il divorzio sia inevitabile, in una famiglia. In effetti, sia
i genitori che tutti gli zii paterni e materni di Lilù sono divorziati, e lo
sono anche le uniche due cugine ad essere già state sposate. A dire il vero uno
che non è divorziato ci sarebbe. Si tratta dello zio omosessuale, che è morto
prematuramente, ma almeno fra le braccia del compagno.
Ecco, questo scenario potrebbe inorridire il novanta per
cento degli italiani, ma in realtà non ci si sta male, in questa famiglia dove
se parli di religione ti guardano preoccupati, e parlare di foga (la O sempre
per quelli di prima) con gli anziani è divertente e istruttivo.
Verso fine serata, Lilù mi chiede se chiamerei mio figlio
Anakin. Il cuginetto decenne la blocca subito inorridito. È la forza dell’empatia,
per lui che porta il nome di un autoveicolo. Pare che alla sua nascita, il
resto della famiglia abbia protestato per la scelta onomastica, segno confortante
che la libertà in tema di sesso e religione non implica l’accettazione passiva
di qualsiasi idiozia.
5 commenti:
scusa, ma non puoi non dirci come si chiama il cugino, dopo averci descritto tutto il resto nei minimi dettagli! Citroen? Renault? Biemdabeliu? :-)
Ritmo?
Picasso?
Range Rover??
e poi, l fisting parlato è quello in cui si infila un pugno nella bocca di chi parla o mentre si parla?
È un modello della Dacia, "una autovettura berlina a 3 volumi prodotta a partire dall'autunno del 2004" [Wikipedia].
Quanto al fisting parlato, sta a quello giocato come Biscardi sta a Totti, o come il Dopofestival sta a Glastonbury.
allora si chiama più come una di biutiful, che forse è pure peggio
poi scusa, non ci arrivo, al fisting parlato intendo. troppo da pensare, lo sai che non siamo più i ghepardi de na vorta.
o ci sono parole che non si possono scrivere nei commenti?
Il fisting parlato entra nel campo dell'opinionismo, si tratta di sviscerare il fenomeno (però in senso figurato, eh!), fornire elucubrazioni, opinioni ed analisi in merito. È proprio la scientificità con cui se ne parlava, oltre al fatto che lo si facesse in famiglia, che mi stupiva. Vojo dì, nessun "oddio!" o "che schifo!": se ne parlava con serietà,pacatezza ed espressioni accigliate.
Roba che Vespa non potrebbe neanche dedicarci una puntata, tanto è antitelegenico.
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