mercoledì 8 maggio 2013

Le facce della gente



Su Sky Arte c’è Baricco, che da un teatro di Roma tiene una serie di lezioni stile università. Lo scrittore, con quei capelli così grigi che sembrano blu, presidia la cattedra sul palco, e il pubblico gli sta seduto tutto attorno. Proprio dietro ciascuna delle sue spalle sono accovacciate due sorelle, forse gemelle. Una ha una faccia seria, molto maschile, al punto che il rossetto stona. Passa il tempo a guardare in tutte le direzioni, credo che la sua attenzione abbia ceduto molto presto. Respingo per pigrizia e pudore la tentazione di riavvolgere e studiare il momento preciso. 

Intanto l’altra sorella si sostiene il mento con la mano, col gomito appoggiato al ginocchio. Spesso, dal nulla, abbozza un sorriso. È concentrata, ma non sulla lettura, che fin da subito ha superato in corsa il ritmo dei suoi pensieri. Innamorata, si direbbe.

E poi c’è la signora che prende appunti, che ti chiedi perché prendi appunti? Non sei mica a lezione. E tutte le altre facce nel pubblico e io che non mi ero mai accorto prima di quanto sia facile leggere la stanchezza nell’espressione della gente.

Anch’io, concentrandomi su tutte queste facce, continuo a perdere il filo del discorso. È più forte di me. Mi affascina vedere la gente pensare libera. Credendosi inosservate, le persone si abbandonano ai gesti più naturali. Dopo un’ora e mezzo passata a guardare negli occhi questi sconosciuti, mi stupisco di quanto appaia grottesco, chi si lascia andare alla naturalezza.

Nessun commento: