mercoledì 15 giugno 2011

Invece di leggere poesie

È domani mattina che parto. Kuala Lumpur, che è in Malesia, poi si cercherà di immergersi con calma fino al fondo dell’Indonesia e fra 3 mesi si va in Australia.

Negli ultimi giorni avrei voluto parlare di cose. Cose come passeggiate lunghe ore nelle campagne della Lot, senza vedere nessuno. Papaveri sì, tanti, ma umani nessuno. Cose come che ne so, Tolosa che dicono sia la città rosa e poi ci arrivi e ti sorprendi che sia rosa davvero, che in quanto uomo moderno sei abituato che quello che ti dicono dei posti non è mai vero del tutto. È come al supermercato, che credi di pagare 1 e invece è 1,99 che vuol dire 2. Tolosa è 2, e quel centesimo in più sei felice di pagarlo.

Cose come Nizza che ci ero passato in Interrail, giusto il tempo di dormire sull’asfalto davanti alla stazione e passare la giornata a guardare la spiaggia da fuori. Dicevi Nizza, vista. Invece avevi visto la spiaggia. Da fuori.

Cose come Genova affrescata dai Non. “Non” che vuol dire Nonglobali, ma anche Nontutto, scritte sui muri contro tutto e tutti, che ti chiedi come fa sta gente a conoscere così bene la situazione in Palestina, Paese Basco, Kossovo, TAV e quantaltro e poi concludi che non è frutto di giornate passate a leggere Carta e Internazionale, ma basta semplicemente prendere di default la posizione contro.

Ma la frase più bella, che al non leggere Carta e Internazionale aggiunge tanto tenero lirismo, la leggo sui muri piastrellati della Metro di Parigi:
“Non inquinare volando, resta a casa e leggi poesie”.

È con questa che me ne vado. Vado e resto qui, perché sul bugigattolo voglio continuare a scriverci.

Vado. In aereo, e in culo alle poesie.

1 commento:

rafeli ha detto...

e buon viaggio, allora.