giovedì 15 gennaio 2015

Il '14

Il 2014 non mi ha portato nessun cambiamento rilevante, il che in sé è già qualcosa. Fra cambi di lavoro, sede e partner, un anno senza nulla da segnalare non mi capitava dal 2007.

È stato l'anno in cui molti dei miei amici hanno avuto o concepito figli. È stato anche l'anno in cui tutti hanno cominciato a chiedermi quando sarà il mio turno.

Mi sono comprato quella che viene comunemente definita "una macchina decente", ma per non smentirmi fino in fondo, almeno l'ho presa di un colore che in giro non ne vedi altri.

Ho aggiunto il Sudafrica, il Lesotho e lo Swaziland alla lista dei paesi che ho visitato e tutto questo mi ha fatto pensare ancora di più che non ho mai visto Torino, Napoli o la Sicilia. Peraltro sui monti del Lesotho sono franato in un torrente gelato e ho sfasciato una macchina fotografica quasi nuova. Credo però che sia figo poter dire "sai, una macchina fotografica ce l'avevo, poi un freddo giorno, mentre vagavo sui monti del Lesotho centrale, sono stato travolto dalla corrente e ora lei non c'è più".



Ho visto un concerto bellissimo dei Neutral Milk Hotel, a quello degli Eels ho incontrato un'amica olandese che avevo conosciuto in Svezia e che sta con un austriaco che abita in Francia. 



Poi ho visto i Limiñanas, che sono il mio gruppo francese preferito, un paio di altre cose meno interessanti, e ancora Ibrahimovic e anche Falcao tre giorni prima che gli distruggessero il ginocchio facendogli perdere i Mondiali. A proposito di Mondiali, per la prima volta li ho seguiti in un paese dove gliene frega a pochi e tutto ciò è stato frustrante. L'unico che mi ha dato soddisfazione è stato il padre di Lilù, che almeno dopo l'eliminazione della Francia ha avuto la dignità di rimanere scoglionato per tutta la serata e ubriacarsi di brutto.

Non sono stato al funerale di mio nonno, ma una canzone che avevo scritto su di lui è arrivata seconda a un concorso di roba in dialetto. Ovviamente tutto il merito va all'arrangiamento dell'incommensurabile Felix Lalù. Con la mia parte del premio ho ordinato una fisarmonica in do che ancora non è in mio possesso. Mentre la attendo, già pregusto la mia vendetta sulla vicina Brendà, che ama la fête e ama farla chez soi.

L'acquisto di un capotasto ha rivoluzionato il mio rapporto con la chitarra. Brendà deve ormai conoscere bene le mie versioni acustiche dei Bright Eyes, dei Dead Cab For Cuties e di De André.



Ho riscoperto la musica, che di solo jazz stavo invecchiando precocemente. A proposito di invecchiamento, di nuovo mi è piaciuto soprattutto questo, che parla di robot quotidiani che avanzano con gli anni.



Sono addirittura intervenuto al mio programma preferito su Radio Uno, ho parlato dei giornali musicali francesi da fighetti e hanno trasmesso cinque canzoni scelte personalmente da me stesso.
 

Mi sono convinto che leggere troppo non è tanto peggio che passare ore su Facebook: alla fine si tratta pur sempre di un modo per non affrontare la realtà. L'anno prossimo vorrei leggere meno, il che è tutto un dire, visto che a Natale ho accumulato quattro libri in francese, uno in inglese e altri quattro in italiano. Ho anche scoperto che quel famoso Will Beck che tutti nominano in realtà si scrive una cosa tipo Houellebecq.


Ho superato, mio malgrado, 521 livelli di Candy Crush.

Qui in città ho trovato degli amici. Certo, le serate con gli ingegneri possono prendere derive inaspettate, ma può sempre far comodo conoscere uno dedito a stabilire se gli conviene importare la pasta da Napoli calcolando la differenza fra il risparmio all'acquisto e l'impatto di mezzo chilo di De Cecco sul consumo di carburante. E poi frequento uno che di lavoro disegna fumetti. Non credo che riuscirò a combinarlo con gli ingegneri di cui sopra, ma ora almeno ho amici per vedere le partite, altri per andare ai concerti, compagni di sbaraccate, sodali per discussioni sui massimi sistemi, appassionati di politica, birra e vino. Il prossimo obiettivo è radunarli tutti in una sola persona.





Di italiano mi piace sta canzone qui, che è Bellissima, ma anche sghemba e bislacca. Il primo verso è roba che entra dritta in vena.




L'anno scorso per la prima volta mi sono fissato un proposito per il nuovo anno: era quello di giudicare meno, perché qualsiasi cosa uno faccia ha sempre una spiegazione alla base. Ebbene, credo di esserci riuscito. La conseguenza è stato un'improvvisa e inaspettata incapacità di commentare fatti, parole e opinioni, la sensazione di "meglio tacere, che chi sono io per giudicare".

Anche per quest'anno avevo un proposito, ma sono due giorni che non riesco a ricordarlo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse, se ho letto bene, il tuo proposito era leggere meno/stare meno su Facebook e vivere di più. Ma magari era un altro ancora ^_^

Anonimo ha detto...

Ma come non sei mai stato a Napoli?!?!

Annamaria

bastian contreras ha detto...

No, mai stato! Ho detto che il giorno che ci andrò ci dovrà essere un autoctono a guidarmi.

A picco sull'oceano ha detto...

Io al massimo posso farti da cicerone a Salerno! Ma vacci, anche se hai girato il mondo, Napoli è un posto da vedere, in tre o 4 kilometri puoi vedere la povertà profonda e la ricchezza esagerata, la storia vecchia di 2000 anni e la modernità più moderna, il tutto condito da una buona dose di folclore tra pizze a portafoglio e ambulanti che vendono occhiali da sole e all'occorrenza ombrelli.

bastian contreras ha detto...

E infatti un anno dopo è ancora sulla lista, con un grado di priorità aumentato. In realtà il Sud lo conosco praticamente 0 (sono stato solo in Puglia a 12 anni...)