venerdì 19 aprile 2013

Erasmi



C’eravamo tutti, ed era il luglio del 2003. Tomas era tornato dalla Svezia per l’occasione. Anche se il suo Erasmus era finito da tre mesi, non poteva perdersi la festa d’addio. 


Garghy era stato finalmente assalito da Carmen, la spagnola con le tette grosse, e aveva resistito stoicamente al suo morbido attacco perché sapeva di rischiare di affezionarsi. E affezionarsi l'ultima sera è da scemi. La Marghe per una volta aveva buttato giù mezzo bicchiere e teneva banco con più vigore del solito, mentre Lilaria, dopo un anno a respingere attacchi da tutta Europa, aveva finalmente ceduto. Ad uno a caso, si sarebbe detto, quel portoghese che chissà come si chiamava, fatto sta che era ridotto parecchio male e che mentre loro passavano la serata chiusi in bagno, la gente fuori dibatteva se era un uomo fortunato, o semplicemente un poveraccio che stava sboccando con l’assistenza di un'infermiera d’eccezione


Fuori dal bagno però, nella sala alla base del Rakete di Deutzer Ring, sul lato ovest del Reno, vinceva la tesi della fortuna, perché la gelosia sbilancia verso il peggio, almeno a giudicare dalle facce di Philipp, Maurer e dello stesso Tomas, che in fondo se era qui era un po’ per noi, ma soprattutto per lei.


Io no. Io ci avevo già provato mesi prima e non era andata bene, ma in Erasmus si fa presto a voltare pagina. Io quella sera avevo puntato Anna-Australia, che aveva prevenuto l’approccio con un sorriso e poi era sparita di colpo, da sola, senza salutare né me, né gli altri. 



Ma non è dal tragico finale che abbiamo ricominciato, lo scorso fine settimana, a Roma. È da quello che siamo ora, dalla pancetta di Garghy , e dai capelli che si è lasciato crescere, ora che noi abbiamo dovuto tagliare i nostri per scoloramento e defezione. O dai suoi orari lavorativi da metalmeccanico di Guangdong, che stonano con la sua passione per le cose belle che ti migliorano la vita.


Nei dieci anni che sono passati, Tomas ha superato diverse vicende tormentate, tra le quali una a base di sesso e intercettazioni, che lo ha portato sulle prime pagine dei giornali svedesi, mentre noi amici stranieri non capivamo come mai i suoi contatti su Facebook aumentavano di cento al giorno. Ma ha reagito con calma stoica. Ha vinto il caso che per un po’ lo ha reso famoso in patria e poi si è ripreso anche dalla storia con la tipa che lo ha abbandonato il giorno dopo che lui aveva lasciato il lavoro per andare a vivere nella sua città. 


Ora si è appena sposato, senza dire niente a nessuno. I suoi trascorsi devono avergli insegnato la cautela. Lui dice di averlo fatto per ottenere il visto per emigrare in Sudafrica, dove la sua mevrouw olandese ha trovato lavoro per i prossimi tre anni. Rispetto a Colonia, è migliorato nel gusto nel vestire, conseguenza naturale del suo contatto con il mondo femminile.


La Marghe è rimasta identica. In lei il cambiamento più grande è stato che la Fiorentina è tornata in Serie A. Beata lei.


E Lilaria è sempre bella come l’abbiamo lasciata, si arriccia ancora il boccolo in basso a destra, anche se ora si stira i capelli. Si vede con un chitarrista di flamenco che si chiama Pedro ma viene da Cecina. Ha anche un romantico stalker, che la chiama diverse volte durante la nostra due giorni romana. Sul lavoro è altrettanto avventurosa.


Sento un calore, mentre camminiamo nel parco di Villa Borghese, che non è solo la primavera. Ad una famiglia vera, se non la vedi da dieci anni ti ci devi abituare. Con gli erasmi invece bastano due parole e una mezza allusione, e si ricomincia subito a prendersi per il culo come in quell’anno di spensierato candore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Beeeeello ;)

Saluti dublinesi.