domenica 15 novembre 2009

Stimoli

Ad Amsterdam gli stimoli sono tutti di tipo visivo.
Cinema d’essai, musei, gallerie d’arte del Jordaan, le mostre del FOAM e quelle case dalla linea curata, con finestroni che si prendono tutto lo spazio possibile per non perdersi le belle cose che succedono all’esterno. Le cattedrali di mattoni e i barconi abitabili col praticello sul tetto, le insegne Art Decò dei buurtcafè e i parchi di aceri e olmi.
Stimoli solo visivi, sarà anche per questo che qui sono tutti fotografi.
Odori non se ne sentono. Non nei mercati postcoloniali, né sui binari della stazione. Neanche l’acqua dei canali ha odore, nonostante basti vederne il colore in fotografia per suscitare l’istinto di tapparsi il naso.
I rumori sono pochi ed è comunque consigliabile evitarli. La lingua olandese non piace neanche a chi la parla, vittima di R troppo croccanti e lunghe S scivolose. La musica che si sente in giro poi è fatta per essere ballata, preferibilmente in stato di estasi indotta, mai per essere ascoltata.
Amsterdam è una città bella.
Pensandoci bene ci sarebbe un altro senso che qui non viene completamente schifato, il gusto. Centro e sobborghi sono pieni di ristoranti e mangerie, fuoco dell’espressività delle decine di etnie e nazionalità del mia personale Venezia del Nord.
Non ci ho mai fatto caso, perso sempre nel mio mondo visivo, ma comincio a realizzarlo ora che frequento gente che parla spesso e volentieri di cibo.
E poi ho deciso che la prossima riceverà credito aggiuntivo se saprà cucinare bene.
Mi sa che sto diventando adulto.

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