lunedì 9 novembre 2009

Noi, i ragazzi del muretto di Berlino

Il Muro di Berlino non è che sia caduto così, una mattina senti un rumore, ti giri e patratrac. No, prima si è incrinato per settimane, roba che non serviva essere il tipo della perizia abitativa col martelletto per dire che sarebbe venuto giù.

Infatti non c’è voluto l’esplosivo, ma il cucchiaino del te. È questo che mi ricordo io, che avevo appena compiuto 9 anni, quelli che scavavano col cucchiaino. E chiedevo a mia mamma quanto ci sarebbe voluto a forza di cucchiaiate ad abbatterlo, sto muro. E mia mamma non sapeva rispondere, ma la pratica ha dimostrato che una settimana poteva anche bastare.

Io avevo appunto 9 anni e la cosa mi aveva colpito, ma era un pezzo che le cose avevano cominciato a colpirmi. Credo che tutto fosse iniziato in Romania, con Ceausescu, ste storie con il figlio che aveva fatto strappare (anzi, per un novenne "aveva strappato") le unghie della Comaneci ad una ad una perché lei non gli voleva bene. Le bandiere con il buco dove prima c'era la sua brava aquila socialista. C'erano ste parole scivolose che giravano, "perestroica","glasnost", la più scivolosa di tutte era “Solidarnosc”, sta scritta rossa fatta a mano, simpatica, come i titoli delle storie a fumetti, con sto Walesa che a volte chiamavano anche Vauenscia che gli volevano bene un po’ tutti. Io ci ho messo un po’ a separare il concetto di Walesa da quello di Wojtila. Forse è successo solo quando ho scoperto che il primo aveva i baffoni pelosi e si vestiva meglio.

E c’era stato Tienanmen. Sti ragazzi che "ma sono scemi?" tentavano di fermare i carri armati a forza di braccia. Io provavo a fare lo stesso con la Passat rossa nuova, ma non ce la facevo. Figurarsi i carri armati, è una battaglia persa. Così non mi ero stupito che loro, la loro battaglia, l’avessero persa.

L’unica battaglia persa, perché tutti gli altri avevano vinto.
E sembrava ovvio che avessero vinto, perché avevano ragione loro. Non eravamo ottimisti, non eravamo idealisti. Finiamola con sti discorsi nostalgici sugli anni ’80. Diciamo piuttosto che davamo molte cose per scontate.

Per colpa di questi eventi, questi cambiamenti, ho presunto per anni che la giustizia alla fine trionfasse davvero.

Ho sempre pensato che chi ha avuto un’infanzia troppo facile poi ci si rintani e rinunci ad evolvere, rimanendo indietro un po’ come il figo delle medie, che è ancora fermo alle medie, o quello al liceo, che ora è sempre intento a organizzare cene di classe.

Così chi ha passato troppo tempo al sole poi sente dieci volte tanto le randellate sulla pelle scottata. Rimarremo indietro, noi che gli ideali li davamo per scontati e cerchiamo, per rinverdire i fasti, Berlino a Genova, Baghdad, Kabul, Teheran, L’Avana, Gaza. Avanzeranno i giovani d'oggi, per sfuggire al cecchinaggio del nostro sputtanamento, si fermeranno di nuovo i loro figli e proseguiranno i nipoti.

Anche il tempo, come la vita, non andrebbe preso sul serio.

4 commenti:

http://pillandia.blogspot.com ha detto...

Interessantissimo!
Per completare l'argomento invito a dare un'occhiata al mio blog sui confini, dove alla pagina "RDT (Germania Est)" c'è una ricca galleria di foto ad alta definizione, raffiguranti i confini berlinesi anche nel periodo "pre-muro" 1950-1961.
Saluti cordiali!

Felix Lalù ha detto...

ue, alllora la fcciamo sta cena di classe vecchio???
bentornato intanto.
cazzi, solo ora mi son reso conto dell'altro blog, diocan!
vabbè, lo recupero con calma.
che hai visto il mio post della tua partenzza?
http://felixlalu.blogspot.com/2009/08/pulp-alpestre-lo-sfrenogildo-goes-to_29.html
ho appena finito di dire ma varda sto sfigato di sopra che dice bravo e poi vieni a guardare il mio sito e poi saluti cordiali.
vabbè. saluti cordiali

ps: mi manderesti il testo di pulp alpestre???
un giorno mi piiacerebbe ccoverizzarla.graz

Anonimo ha detto...

Bel nick Sfrenogildo, pensa che io sono maritata ad uno Smegmobaldo.
Ossequi
Mia
PS ah, bel post, e perdona il mio intervento indegno.

bastian contreras ha detto...

Smegmobaldo? Questo me lo devi spiegare...
Chissà perché gli interventi indegni sono sempre i miei preferiti.