giovedì 24 gennaio 2013

Sui giovani d'oggi



Quando abiti in un paese piccolo, non è che tu possa scegliere con chi uscire. Ci sono un certo numero di persone e devi pescare fra quelle. Escludi l’escludibile, ma alla fine ne rimangono poche.
Sarà questo, o sarà più che altro il fatto che i miei coscritti sono tutti sposati, fatto sta che ultimamente si esce con gente che ha l’età di El Shaarawy.


Ed è bene, perché i giovani d’oggi ci stanno dentro molto più di noi. Per iniziare ne sanno di più. Leggono libri, guardano film senza esplosioni, ascoltano musica. Tutto grazie ad internet, stimoli culturali che ai miei tempi anche se li cercavi ti toccava minimo minimo sfangare gli scarponi e scendere verso la Capitale.
Ma il motivo per cui dico che salveranno questo mondo snobbo e spocchioso è che hanno buttato a mare le ideologie, quelle musicali e anche quelle politiche, che ai miei tempi erano collegate. Oggidì uno che ti ascolta punk, sulla protesi musicahe ha anche un po' di jazz, due o tre canzoni folchettose e una che è passata per Sanremo. “Mi piaceva”, ti dicono con candore, mentre io alla loro età li avrei ostracizzati come traditori dell’Ideale Supremo dell’Alternatività. E qui esce allo scoperto il legame con la politica. Perché uno che nella playlista ha i Rage Against the Machine e pure Niccolò Fabi, non ti stupisce che possa votare a destra o a manca a seconda del contesto, senza aderire con fede da tifoso ad un partito del cuore, come facciamo noi dai trenta ai cento.

Sono disillusi, loro, il che è cosa buona e giusta, se la disillusione porta con sé lucidità e ragione. Forse se ce ne fossero di più, di giovani d’oggi, potremmo farla finita una volta per tutte con quelli che cantano l’Internazionale ai funerali della gente, o quelli che fanno il picchetto alla tomba del duce, visto che ci siamo. È che poveretti, sti giovani sono in netta minoranza.

1 commento:

Aria ha detto...

A mare le ideologie.