Poi dagli
eucalipti spuntano i colori di Nimbin, la colonia hippy d’Australia. Negozi di
vestiti arcobaleno, bar coperti di murales, il “centro ambientale”, che si
propone di risolvere i problemi del mondo a colpi di adesivi che dicono NO a
questo e quello. E non può mancare la Hemp Embassy, l’ambasciata della canapa,
perché si sa, se la gente si facesse le canne invece che la guerra, non sarebbe
forse un mondo migliore?
Ecco, tutte ste
cose hippy, con gli anni cominciano ad intristirmi.
Per dire, mi
intristiscono le canne. A 16 anni ci si passa tutti. Poi ho smesso. Ho smesso
appena ho realizzato che passando le serate a rollare con i soliti sarei
rimasto vergine per sempre. E qui c’è gente che parla di maria con l’entusiasmo
di bambini che dicono Cacca e gira con la maglietta della Cocacola, ma con
scritto Cannabis invece di Cocacola. Che poi forse vergini non lo sono, e sono
io ad aver perso un passaggio, ma in fondo no, chi lo vuole uno calvo con la
coda di cavallo?
E poi mi fa
tristezza l’odore dei loro tascabili impolverati, perché sono sempre gli
stessi. Da qualche parte nel libro non scritto dell’Ammore c’è una legge che
dice che se vuoi fare l’hippy devi leggere di canapa, yoga e Vietnam. Che poi
in Indocina ormai vige la pax turistica, e scommetto che la Siria e il Sudan
non sai nemmeno dove sono.
E soprattutto, se
leggi Sulla Strada ti rendi conto che con gli assegni della nonna son buoni
tutti a fare i beat.
Appunto, l’hippy alla
tua età lo puoi fare solo con anticipi sull’eredità o con i soldi del sistema
sociale. O credi davvero di tirare avanti vivendo della tua arte? Guarda che chi
ha abbastanza gusto per poterlo fare, alla tua età si fa di sostanze molto più
glamour.