sabato 16 luglio 2011

Temerari

Noto come sia facile cucire storie d’eroismo attorno alla figura di chi parte con zaino e sacco a pelo per tornare un giorno magari.

Ecco, a parte che il sacco a pelo non lo prende nessuno, perché qui paghi 8 euro a notte per una doppia. A parte quello, ditemi una cosa che vi pare eroica e ve la demolirò.

Del cibo se n’è già parlato. Nel frattempo qui abbiamo preso tutti e due un virus gastrointestinale, ma una volta in tre settimane è una media da fare invidia a chi fa i corsi di inglese in Irlanda.
La scomodità invece c’è davvero, ma sempre con la prospettiva che basta allungare dieci euro in più e hai in mano la soluzione ad ogni guaio. Di solito la prospettiva basta, e per il resto ci si abitua alla grande.
E dove li trovo quei dieci euro? Quello dei costi del viaggio è un altro mito: un mese in giro per la Malesia costa come per un mese d’affitto ad Amsterdam. I soldi per viaggiare li trovi vivendo un anno senza macchina, o senza fumare.
La solitudine, se c’è è autoindotta. Nel senso che se in Interrail nel 1998 gli ostelli erano pieni di gente con cui fare due chiacchiere, ora invece le sale comuni hanno il Wi-Fi e sono illuminate della luce di decine di schermi, di solito una luce bianca e blu come le schermate di Facebook. In pratica non è solitudine, ma contatto ristretto a gente che sta da un’altra parte del mondo.

Ecco, se c’è una cosa veramente difficile, in questa condizione peregrina, è procurarsi un regalo di compleanno per la persona con la quale condividi ogni secondo del giorno e della notte.

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