sabato 19 gennaio 2008

perché di sì

cominciamo con il constatare l'ovvio. c'era bisogno di un nuovo blogghe? parte il coro di no, anzi, non parte proprio,perché tutti sono già occupati a scrivere sul loro bel blogghe personale.
mi replico da solo: ma allora che cazzo lo scrivi a fà? della serie "me le faccio e me le rispondo" aggiungo piccato un concreto perché sì.
perché sì, eccone il motivo. due parole belle, un segnale forte come direbbe weltroni. tanta positività espressa da una breve affermazione positiva di due lettere, e una congiunzione che serve per farsele (le domande) e rispondersele da soli. due accenti, che grazie al loro andamento in senso contrastante denotano equidistanza, equilibrio, bene e male, ying e yang e una fitta ridda di balle varie.
perché sì, anzi, perché di sì, con l'aggiunta di un elemento di centro per venire incontro all'ala moderata, un elemento che con la sua assenza di significato svolge il ruolo del moderatore, come un piccolo, eroico, cordiale brunovespa. che poi tra parentesi, per sottolineare ancora una volta le radici postcattoliche di 'sto blogghe, "di sì" altro non è che la pronuncia kennedyzzata di democrazia cristiana.
capiamo quindi solo ora il significato innovativo di questo "perché di sì", che sembra pensato all'uopo per traghettarci verso nuovi orizzonti democratici, ma s'intende, poggia sempre saldamente su radici cattoliche e valori quali la famiglia cattolica, quella del mulino bianco, come solo sai far tu, mamma.

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