A Lilù fa
sempre ridere quando le spiego che in italiano quell’insetto là, con la maglia
del Borussia Dortmund, si chiama come il motorino. Poi se lo dimentica, e così
dopo qualche mese ha modo di farsi un’altra risata riscoprendolo. Qui invece si
chiama “guêpe",
e a me, che sono uomo di deformazione professionale, fa altrettanto ridere
l'idea che guêpière significhi vespaio.
Che poi non
era proprio tecnicamente una vespa, quella che ronzava alla finestra della
stanza da letto, ma una vespa vasaia*. Da bravo campagnolo racconto a Lilù che
la vespa vasaia fa nidi di argilla a forma di vaso sulle cornici delle
finestre, le riempie di sugose provviste come piccoli ragni e poi ci sforna in
mezzo una larva, che nasce e cresce nutrendosi del cibo che si trova attorno.
Praticamente come nascere in un barattolo di Nutella e rimanerci fino al
conseguimento della maggiore età. In francese, ci dice Wikipédia (che qui ha
l’accento), la bestia ha un bel nome da attrice hollwoodiana: Penelope Turner.
O quasi.
Spiego a
Lilù che Penelope non punge. Lei ci crede sì e no, ma dopo poco se ne dimentica,
con quella naturalezza nel dimenticarsi le cose che solo lei ha. Finché una
mattina entro in camera da letto, ravvivo il cuscino e scopro diversi cocci d’argilla e quello che rimane di un vaso
ovale. La bestia ha nidificato, e io ho dormito con la testa placidamente
adagiata sul suo nido. Non solo, sulla coperta, piegata su una sedia per via
della calura, c’è un altro nido.
Faccio
sparire la creta da modellaggio nell’aspirapolvere e racconto la storia a Lilù,
quando torna dal lavoro. Questa violazione di domicilio la scandalizza, ma
ormai Penelope è nell’aspirapolvere e non ci si pensa più.
E invece
no, perché nella tarda mattinata del giorno dopo, dopo aver raggiunto pagina 716 di Infinite Jest, scopro che dietro il cuscino,
sulla base lasciata dal nido precedente, ce n’è un altro, praticamente pronto.
Manca solo il coperchio. E altri sono attorno alla finestra. Stavolta la
distruzione prende tempo. E alla fine chiudo tutte le finestre, nonostante i 40
gradi esterni, e torno a lavorare, tenendo aperta solo la finestra sopra la scrivania.
Nel
pomeriggio Penelope arriva. Si affaccia alla finestra e si ritira subito, ma
presto si accorge che è l’unico ingresso e si fa più coraggiosa. Nel frattempo
però ho preparato l’aspirapolvere. Ho sempre sognato di verificare se è possibile
aspirare un insetto in volo.
E non
sembra esserlo, finché proprio mentre sto per desistere, con il braccio
allungato al massimo, vedo che Penelope fluttua a mezz’aria, resistendo a
malapena al risucchio. Mi sporgo in avanti di un altro centimetro, perdendo quasi
l’equilibrio, e adios Lopecita! La bestia è nel sacchetto.
Lilù è soddisfatta
e io, anche se da ormai una settimana continuo ad aspirare insetti, mi guardo
bene dal farglielo sapere. L’abilità a dimenticare è un dono, ma l’ignoranza è ancor
più dolce.
*Internet dice vasaio, e forse ha ragione lui.
4 commenti:
Noi sono due anni che in estate aspiriamo insetti, prendiamo l'aspirapolvere e cominciamo a cantare la musica di ghostbusters ma dicendo "flybusters". Abbiamo aspirato un po' di tutto in questi due anni, da innocui moscerini della frutta a enormi ragni con tutta la ragnatela... e abbiamo anche scoperto che in Irlanda ci sono insetti che non avevamo mai visto prima.
Non avevo mai sentito delle vespe che fanno i vasi di argilla... menomale che non pungono. Meglio le vespe che gli scarafaggi...
Saluti dublinchi.
Non trovi che aspirare insetti sia una soddisfazione sadica? Come dire uccidere e sentirsi soddisfatti di poterlo fare? Mi sa che per me è così, ahr ahr ahr ahr!
Il problema non e' tanto l'aspirazione (aspiramento?) in se'. Quanto che, una volta aspirati tutti gli insetti, si dovrebbe buttare il sacchetto, in quanto pare essi adorino i sacchetti dell'aspirapolvere: sono caldi, chiusi e proteggono meglio di un nido. Il posto ideale per figliare. Io, ogni volta che (per sbaglio) faccio entrare un ragnetto o qualcosa nel tubo, poi penso sempre che una delle notti a venire mi riesca fuori con tutta la prole (e anche un bel po' incazzato). Saluti anche dal nostro inverno.
In teoria, una volta aspirati soffocano. Io comunque non ho i sacchetti, ma una specie di recipiente di plastica trasparente, quindi posso tenere d'occhio qualsiasi attività di Lopecita.
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