Intanto a casa procede l’intrattenimento. I miei nonni non
sono ancora ringiovaniti e mia madre amplifica ogni loro capriccio senile.
Serve anche per creare una linea narrativa in una vita altrimenti troppo placida.
Io sono qui, in una pausa pubblicitaria esistenziale, ma loro sono su di un
altro canale, diciamo Sky Vita Reale, e una vita ambientata nella Valley of
Don’t a volte prende trame che faticano a decollare.
Per fortuna c’è mia zia Fulmy, quella che a Londra bazzicava i Clash. Si è trasferita dai miei nonni, un po’ per accudirli, e un bel
po’ per farsi accudire. Stufa di lucanica e iogurt, ha deciso che se i nonni
avevano una badante, la cosa poteva avere risvolti positivi anche per la sua
situazione. Solo che la badante si rifiutava di prepararle da mangiare. Il che,
combinato con la tolleranza che può avere una coppia di ottantaseienni che vede
la sua salda quotidianità frantumata da una giovane – peraltro straniera – non può che condurre
all’inevitabile. Nessuna badante può resistere alla potenza combinata di mia
nonna Lina e della Fulmy. Potenza e pazzia: è come un duumvirato che dà ordini
discordanti, salvo liquidarti se non ne segui uno.
La povera ragazza rumena è durata una settimana, né più né
meno delle due che le sono succedute. Così ora i miei nonni hanno riacquistato
la loro indipendenza perduta. Mia nonna usa la ramazza come un coltellino
svizzero: un'estremità per pulire i pavimenti, l’altra per avere ragione del
povero nonno. Mio nonno ricerca la libertà in campagna, e ora può farlo di
nuovo, dopo esser riuscito a rinnovare la patente.
Un rinnovo che mi ha
convinto dell’esistenza e della piena operatività di Padre Pio, da sempre
presente in forma adesiva sul cruscotto della Panda del nonno, visto che, a causa di una cataratta
che resiste a qualsiasi operazione, mio nonno Marino ci vede doppio. Ci sarà da
divertirsi, ad accudire nonni e zii: questa è l’unica sicurezza in tempi di
crisi. Quanto a me, chissà che come badante non abbia futuro.
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