lunedì 23 giugno 2008

viva gli urgrund!



quante divertenti sensazioni è in grado di suscitare l’heavy metal!
irrinunciabile fonte di divertimento con i suoi grugniti e i suoi ginz spelacchiati.
la sua ripetitività è un esercizio di disciplina. ma non lasciamoci ingannare dalle apparenze. il metallo è popolato da un sottobosco di sottogeneri finemente distinti.
se il cantante grugnisce la parola hell, si tratta di death metal, blood è black metal, fighter è epic e war è spietata critica sociale.
ma il capolavoro, la cosa metalmeccanicamente più divertente, sono i nomi dei guppi.
la nomenclatura del metal si basa sullo stesso meccanismo dei siti web. un impietoso first-come-first-served. come per la nomenclatura dei siti porno sul web, tutti i nomi più importanti sono già stati assegnati. death, war, blood, sono tutti nomi di gruppi già esistenti. mentre nell’intellighenzia dell’acciaio ancora si dibatte sull’usurpazione del nome killers da parte di un gruppo di checche, i guerrieri che ancora resistono alla realtà sono costretti a sfruculiare le meningi per trovare nomi nuovi. nascono così gli intombati, i baalisti intestini e i carcassa. con la graduale assegnazione di tutte le combinazioni ammesse, i nomi diventano sempre più esilaranti. che cazzo c’entra, a titolo d’esempio, il nome nasum? per prolungare lo spasso consiglio comunque vivamente la consultazione della scaletta di qualche festival metal, o ancora meglio, la frequentazione di uno di essi e lo scrupoloso scrutinio delle magliette dei presenti.
ma la vera magia del metal è come gli adepti riescano ancora a prendersi sul serio. come si fa ad ascoltare i nazareni impalati senza ridere pensando al nome? o una canzone intitolata nymphetamine, cantata dai culla del zozzume? è impossibile non provare tenerezza di fronte a queste persone.
e qui entra in campo l’italico gruppo il cui nome più si avvicina alla demenza metal. gli elio e le fottutissime storie tese hanno infatti inciso una mini-suite di cinque gran bei pezzi ispirati all'allegro mondo degli sbudellamento e degli scannatori.
suicidio a sorpresa, da studentessi (per i metallari: bloody students from hell) è la storia di una ragazzina quattordicenne che indugia nella scelta della colonna sonora più adatta per il suo suicidio. accidentalmente, la nostra fottuta eroina scopre la verità ultima del metalllismo: ascoltando alla rovescia i fottuti pezzi metal si scoprono dei fottutissimi messaggi subliminali. altro che cazzi! a quanto pare ascoltando alla rovescia le canzoni death metal si ricavano messaggi positivi e ottimisti. gli elio ci fanno ascoltare alcuni esempi. eh sì, i grugniti ci dicono in effetti “mettiti il golfino”, “maleducato” e “ho dei problemi”.
il pezzo di resistenza dell'opera eliana è la parte nella quale vengono elencati i nomi più fighi dei gruppi metal, come in quei discorsi di secchionismo metalloide in cui si afferma che se ascolti il primo dei mostruosity ti accorgi che han preso tutto dai sarcofago. il tutto in stile di marcetta da varietà (se ascolti alla rovescia le canzoni death metàl/te lo dico in uno stile che ricorda il trio lescan).
il bello è che a parere di esperti del settore, i nomi non sono messi là alla cazzo, ma sono scelti in modo da rispecchiare la realtà. vale a dire che se non corretto, è perlomeno accettabile enunciare che gli abramelech, i necrophobic e i sadistic intent sono bravi, ma un po' troppo commerciali. il tutto recitato allegramente da una fottuta cortellesi in grande spolvero.
il messaggio finale degli elios è che qualsiasi devoto dei septic flesh ha per forza di cose scheletri nell’armadio, tipo il singolo di too shy dei kajagoogoo, universalmente nota come “hush hush ariuai”. quindi, la prossima volta che venite minacciati da un mostro quintaleggiante dotato di maglietta dei dismember, fategli un favore: ridetegli in faccia. non si sa mai che anni di messaggi positivi subliminali non gli entrino in circolo proprio in quel momento.

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