Christchurch è
stata fondata dalla Chiesa d’Inghilterra, che voleva portare i principi della
religione anglicana ai marinai espatriati e ai maori.
Così è sembrato
un miracolo che il terremoto che il 4 settembre 2010 ha colpito in pieno il
centro della città si sia lasciato dietro diversi calcinacci, ma nessuna
vittima.
Un miracolo che è
durato meno di sei mesi, finché il 22 febbraio 2011 un altro terremoto ancora
più forte è tornato a colpire la stessa zona, accanendosi soprattutto
sull’antica cattedrale e sugli altri edifici religiosi, e calciando nel
paradiso degli sfortunati 185 anime innocenti, o presunte tali.
Ora il centro è
zona vietata. Ci si gira attorno sbirciando fra le transenne, si osservano le
ruspe che demoliscono l’antico teatro e se ne esce con amarezza. È lo stesso
sentimento che ho provato visitando Buchenwald e Dachau, o quello che resta del
Lago Aral. Viene naturale riflettere sulla stupidità del genere umano, solo che
in questo caso il genere umano non ha nessuna colpa. E la cosa frustrante è
avere la sensazione di aver imparato una lezione in un posto in cui lezioni da
imparare non ce ne sono. A meno che non si vogliano tirare in campo gli dei.
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