Il sole secco e il vento che entra dal finestrino completamente abbassato mi seccano gli occhi e devo lavorare di palpebre, nonostante l’unica cosa che voglia fare sia stare immobile, tenere fermo il volante per assecondare rettilinei di chilometri e guardare strada e scenografia registrando appena.
Sto bene nei deserti. Malinconico, ma non triste, convinto ma senza inutile euforia, che una volta disillusa mi si rivolterebbe contro. Il sole è troppo caldo per eccitare la testa, la stordisce, la lascia in uno stato in cui ogni movimento significa sprecare energia. Neutrale, pareggio, X, e ci risiamo una volta ancora. Il deserto non prende posizione, e a quanto pare qualche volta ne ho bisogno anch’io.
1 commento:
Gli ultimi due post sono proprio diversi. Non ti conosco, ma ti leggo diverso. Proprio strano, deve essere, il deserto...
claudia
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