Scopro che non mi piace quando la gente ha un obiettivo nella vita. Con l’accento sull’uno, non sull’obiettivo. Una cosa sola a cui pensare, l’unica di cui parlare o che valga la pena di conoscere.
Qualcuno programma in Linux, altri ascoltano gruppi che noi umani scopriremo fra un anno e dimenticheremo un mese dopo, poi ci sono quelli che passano il tempo fra i fornelli e la tavola da pranzo e gli altri che lasciano tutto per sedersi a gambe incrociate in qualche luogo sacro dell’India. Ci sono anche quelli che vogliono solo viaggiare ed è un peccato parlarne ora, perché presto ne incontrerò a charterate.
In questa sede invece si preferisce evitare di fissarsi su di una cosa, per non perderne di vista altre. Un piede in una miriade di scarpe, sapendo che non è umano essere un millepiedi e che il risultato sarà una poliedrica ignoranza. Ma alla fine definirsi o definire ignoranti significa sovraestimare il genere umano, presumere che sapere sempre tutto di tutto sia non solo possibile, ma logico.
Il messaggio è: vedete un po' voi.
martedì 7 giugno 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Io di solito ho un interesse principale per alcuni mesi, ma questo non mi impedisce di interessarmi e parlare anche di altre cose, anche se ammetto che con la mia coda di paglia quando ho letto la cosa di chi ama stare tra i fornelli ho avuto il dubbio che parlassi di me. Pauraaaaaaaa
A.
Evviva!! Questo post me lo stampo e me lo attacco sulla porta del frigo, e poi sullo specchio del bagno, e poi uno nella borsa e sul cruscotto della macchina (appena avró uno specchio in bagno ed una macchina, promesso. E una stampante). Io sono un poco monotematica col cibo sano e di stagione e del luogo in cui si vive, lo ammetto. E anche con la storia dei mudra e dei chakra e dei meridiani del corpo umano secondo la medicina cinese. Ma poi, per il resto, spazio che é una meaviglia. Tanto che non ho ancora deciso cosa scrivere alla voce "professione" sulla carta d´identitá, e ho appena consegnato il modulo di iscrizione della piccola all scuola tedesca di qui *dimenticando* casualmente la voce "professione della madre". Che dici, sono un caso disperato? Bacioni! Claudia
PS: questo laptop del fisico teorico ha dei tasti durissimi, che bisogna avere la forza di uno spaccatore di porfido portoghese in val di Cembra. Mi scuso per l´assenza di lettere nel commento qui sopra. Le ho schiacciate, giuro, ma non abbastanza. Stonk!
No, no, nessuna di voi due. Parlo di quelli che appena è ora di cambiare discorso non si sa che dire, o peggio, non si cambia discorso. Statemi bene entrambe!
Posta un commento