venerdì 20 febbraio 2015

Il buonismo



Dopo “vergogna”, la parola che meno mi piace nella nostra dolce lingua è “buonismo”, perché si tratta di un termine dispregiativo utilizzato per un concetto che è positivo.

La gente vede dell’ipocrisia nell’essere buoni, un po’ come se fossimo tutti implicitamente cattivi e ci mascherassimo dietro a un velo di bontà, o buonismo. Io non credo sia così. 

È curioso anche notare che la gente vede il buonismo (parafrasi: bontà affettata) come una caratteristica tipicamente italiana, quando invece non ho mai sentito dichiarazioni tanto anticonformiste (il contrario di “buonista”) come dalla bocca dei nostri connazionali. Parlo della gente per strada, ma soprattutto delle persone che rivestono cariche più alte.

I politici cavalcano da sempre l’onda dell’anticonformismo, da Pannella a Salvini, passando per Grillo, che è talmente anticonformista da essere contrario a tutto. Quelli più buoni al massimo possono aspettare di avere 80 anni e farsi eleggere presidente della repubblica. Anticonformisti sono i personaggi della nostra televisione, a parte quelli che passano a Sanremo. Quelli al massimo possono essere trasgressivi, la versione mediatica di “anticonformista”. Pensandoci bene, “trasgressivo” è il vero contrario di “buonista”, perché ne rispecchia la falsità, mentre l’anticonformismo in sé è una cosa positiva. 

La mia ricetta per stare un poco meglio nelle nostre braghe di nazione è anche quella di essere un pelino più buonisti.

domenica 8 febbraio 2015

L'efficienza



Fra le tante battaglie che nascono perse e forse è anche meglio così, mi faccio foriero di quella contro l’efficienza.

L’efficienza ti fa trovare i negozi aperti di domenica. Peccato che poi tu non ci possa andare perché ti tocca lavorare la domenica.

Con l’efficienza delle scienze sportive, i corridori raggiungono tutti le stesse prestazioni. Finisce che per dare quel qualcosa in più ti tocca ciucciarti l’EPO.

L’efficienza con cui i registi di Hollywood determinano esattamente cosa vuole vedere la gente fa sì che ormai in tutti i film ci sia un supereroe, un cane, l’amore vero, una bomba a orologeria e alla fine quello che ci ha creduto davvero salva l’America e quindi anche il mondo.

Efficienza significa che tutte le macchine in strada sono bianche o nere, che vincono sempre il Real e il Barcellona, che se siete malati potete comunque lavorare da casa.

Nel settore in cui lavoro, le aziende più efficienti sono quelle che trovano i collaboratori più a buon mercato. Che poi uno dice che così almeno abbassano i prezzi, ma se sono veramente efficienti, come quella per cui lavoravo prima (che è la seconda al mondo), i prezzi li tengono uguali e mirano invece a un ricavo doppio rispetto alle spese.

Una banca efficiente potrebbe essere quella che riduce al minimo il pericolo di fallimento, invece è più quella troppo importante per fallire e che le pezze ce le metta lo Stato.

Che poi anche là, non ti credere, il politico efficiente non è chi fa le cose giuste, ma chi fa credere di averle fatte.

Ecco, Iddio, per essere davvero efficiente, solo cose belle e tanta felicità, avrebbe dovuto creare l’universo come uno spazio vuoto e nero, privo di ingiustizie e di giustizie. Lo ha fatto? No. E allora chi sei tu per sfidare gli dei?