sabato 27 luglio 2013

Penelope Turner



A Lilù fa sempre ridere quando le spiego che in italiano quell’insetto là, con la maglia del Borussia Dortmund, si chiama come il motorino. Poi se lo dimentica, e così dopo qualche mese ha modo di farsi un’altra risata riscoprendolo. Qui invece si chiama “guêpe", e a me, che sono uomo di deformazione professionale, fa altrettanto ridere l'idea che guêpière significhi vespaio.

Che poi non era proprio tecnicamente una vespa, quella che ronzava alla finestra della stanza da letto, ma una vespa vasaia*. Da bravo campagnolo racconto a Lilù che la vespa vasaia fa nidi di argilla a forma di vaso sulle cornici delle finestre, le riempie di sugose provviste come piccoli ragni e poi ci sforna in mezzo una larva, che nasce e cresce nutrendosi del cibo che si trova attorno. Praticamente come nascere in un barattolo di Nutella e rimanerci fino al conseguimento della maggiore età. In francese, ci dice Wikipédia (che qui ha l’accento), la bestia ha un bel nome da attrice hollwoodiana: Penelope Turner. O quasi.

Spiego a Lilù che Penelope non punge. Lei ci crede sì e no, ma dopo poco se ne dimentica, con quella naturalezza nel dimenticarsi le cose che solo lei ha. Finché una mattina entro in camera da letto, ravvivo il cuscino e scopro diversi cocci d’argilla e quello che rimane di un vaso ovale. La bestia ha nidificato, e io ho dormito con la testa placidamente adagiata sul suo nido. Non solo, sulla coperta, piegata su una sedia per via della calura, c’è un altro nido.

Faccio sparire la creta da modellaggio nell’aspirapolvere e racconto la storia a Lilù, quando torna dal lavoro. Questa violazione di domicilio la scandalizza, ma ormai Penelope è nell’aspirapolvere e non ci si pensa più. 

E invece no, perché nella tarda mattinata del giorno dopo, dopo aver raggiunto pagina 716 di Infinite Jest, scopro che dietro il cuscino, sulla base lasciata dal nido precedente, ce n’è un altro, praticamente pronto. Manca solo il coperchio. E altri sono attorno alla finestra. Stavolta la distruzione prende tempo. E alla fine chiudo tutte le finestre, nonostante i 40 gradi esterni, e torno a lavorare, tenendo aperta solo la finestra sopra la scrivania. 

Nel pomeriggio Penelope arriva. Si affaccia alla finestra e si ritira subito, ma presto si accorge che è l’unico ingresso e si fa più coraggiosa. Nel frattempo però ho preparato l’aspirapolvere. Ho sempre sognato di verificare se è possibile aspirare un insetto in volo

E non sembra esserlo, finché proprio mentre sto per desistere, con il braccio allungato al massimo, vedo che Penelope fluttua a mezz’aria, resistendo a malapena al risucchio. Mi sporgo in avanti di un altro centimetro, perdendo quasi l’equilibrio, e adios Lopecita! La bestia è nel sacchetto.

Lilù è soddisfatta e io, anche se da ormai una settimana continuo ad aspirare insetti, mi guardo bene dal farglielo sapere. L’abilità a dimenticare è un dono, ma l’ignoranza è ancor più dolce.



*Internet dice vasaio, e forse ha ragione lui.

mercoledì 17 luglio 2013

E ora ascoltiamo le dichiarazioni del figlio della vittima



In Francia, quando capita una tragedia, al telegiornale se ne parla per più di mezz’ora (il TG principale dura un’ora), senza mai fare i nomi delle vittime, né intervistare madrifiglimoglinipotivicini.


Faccio presente la cosa a Lilù, che risponde con ovvietà: e alla gente che gliene frega dei nomi delle vittime?


Alla gente interessano solo i ritardi del traffico ferroviario.  
E i bambini? Qualcuno pensi ai bambini!


Nota 1: oggi il TG2 non ha nominato Bergoglio
Nota 2: sono a pagina 649

giovedì 11 luglio 2013

Pagina 566



È ormai chiaro che finché non finirò Infinite Jest questo bugigattolo dell’esistenza non riprenderà mai quota.

Sono a pagina 566 e procedo di buona lena, ma per inerzia. Mi capita, a volte, di fermarmi alla fine di una frase, sette o otto righe da dove era cominciata e pensare: ma non lo poteva dire in parole povere e in una frase sola?

E soprattutto perché nel libro anche i bambini e gli ignoranti hanno un vocabolario da intellettuali?

E poi mi contengo, non esprimo giudizi, perché se l’autore ha deciso di fare così, un motivo ci sarà. E io mica sono un critico letterario per dire che è così e non può essere cosà. Che poi anche i critici…

Però sotto sotto, fra lo sterno e lo stomaco, comincio a nutrire sospetti di fregatura. Che non ci abbia fregati, David Foster Wallace, e solo chi arriva in fondo sa che Infinite Jest è una sola, ma non osa ammetterlo perché che fai, leggi un libro di 1100 pagine e poi ammetti che era meglio non farlo?

Comunque, per chi è curioso, ma non osa prendere in mano il tomo, i Decemberists hanno dedicato un video al capitolo dell'Eschaton.